Lingua diversa
Straniera la mia voce a chi dovrebbe parlare la mia stessa lingua, m’esprimo a gesti come un vecchio mimo. Muta resta l’idea, lo sconforto ruba la scena al sorriso ogni giorno donato, che s’adombra come il sole, dentro e fuori di me, mentre fantasmi s’affacciano all’orizzonte.
Book on Demand (Bod) e Print on Demand (Pod). Perche’ no?
breve escursus motivato sul perche’ non e’ sempre negativo usare il book on demand.
Inverno
Usando la finestra come tela, abbozzo un arcobaleno, foglie, fiori, cielo azzurro e nuvole. Copro agli occhi, all’anima il grigio dell’inverno, finche’ non apro i battenti ed il freddo riavvolge la vita.
All’infinito.
Uno sguardo, labbra sfiorate: anime unite in un attimo che resta per sempre
Di nuovo desolazione
Lavo ancora le mani, sporche di sangue innocente. Perche’ gli errori dei padri continuano a ricadere sui figli? Ripudio cio’ che e’ stato, eppure ancora le mani grondano. Quando mai impareremo a non odiare?
Lasci scorrere il tempo
Persa, tra l’esser madre e l’esser figlia, lasci scorrere il tempo. Rinchiusa per necessita’ o comodo in stanze troppo strette per la tua mente aperta, lasci scorrere il tempo. Indecisa tra il pretendere e il comprendere se la mano tesa e’ invito o richiesta, lasci scorrere il tempo. Non ti biasimo, ne’ ti lodo, non ti critico, ne’ ti approvo, e intanto scorre sempre il tempo, finche’ tempo sara’.
Nel sogno
T’ho baciata, fermando un granello del tempo e scolpendolo nel corpo e nel cuore. Un bacio ad occhi aperti, il primo, l’ultimo, l’unico. Cadde la clessidra frantumandosi al terreno, rilasciando il tempo, Destandomi trovai una nuova cicatrice sulla pelle all’altezza del cuore, ora d’un granello piu’ pesante.
Sono su scherzi a Parte?
Ore 7.50 esco di casa per andare a ritirare motorino che ho fatto sistemare. Piove ma non tanto. Sono 15 min a piedi, tanto l’appuntamento e’ alle 8.20 – 8.30. Ore 8.45 non e’ ancora arrivato nessuno… Ore 8.50 Arriva il meccanico (si era addormentato) che mi consegna il motorino (50 euro) e un sacco dove aveva riposto tutta la roba che avevo nel sottosella e che devo rimettere a posto. Mi “racconta” cosa ha fatto dicendomi che il problema dovrebbe essere risolto anche se con lui non l’ha fatto. Prendo il motorino e trafelato mi lancio (e lo lancio) per andar in ufficio. Non passano 2 KM che… il motorino torna a tentare di spegnersi quando giro a fondo il gas. Mah – penso – magari e’ freddo, proviamo ad andare avanti… Nulla, il problema non e’ risolto. Decido di portarlo indietro. A fatica (devo andare al minimo) raggiungo l’officina, mi spiego e rispiego il problema e chiamo mio padre per sapere se puo’ portarmi in ufficio, mi dice ok. Vado a lui incontro ma … non arriva nessuno. Telefonando, scopro che ha deciso di uscire anche mia mamma e di venire con 2 macchine per lasciarmene una. Poco male, meglio per me, solo che nell’uscire per lasciarmi la macchina (accesa, in folle e col freno a mano tirato) mia mamma chiude la portiera centralizzata, morale? Macchina accesa ma chiusa. …Ritornano a casa a prendere le altre chiavi, mentre io attendo sempre sotto l’acqua. Tornano dopo mezz’ora buona (hanno trovato incidente) e finalmente riesco a muovermi. Arrivo in ufficio, chiamo loro a casa per sapere se tutto e’ ok ma non c’e’ nessuno… Chiamo sul cell: Sono stati fermati dai vigili per un controllo. Hanno fermato mio padre, che e’ l’unico essere al mondo che rispetta i 50 KM in citta’, manco le pantegane ormai vanno cosi’ piano! Va beh… su dai…ditemelo, DOVE SONO LE TELECAMERE? […continua…???]
Lancio e bilancio
Lancio i dadi in uno strambo bilancio d’un anno ormai al termine. Passo la linea del non ritorno: due facce uguali, come i mesi passati, decretano la sconfitta di buoni propositi espressi ma mai in fondo voluti. M’alzo dal tavolo alleggerito da un peso che presto mi riprenderò al rintocco annunciante l’alba d’una nuova decade.
Fantasmi
Tornano come ectoplasmi o giovani e vecchi ricordi. Ricalcando orme, scovando e cercando d’allontanarti da cio’ che pensano esser loro. C’e’ chi li cerca, chi crede in loro, chi e’ pronto a giurare d’aver visto una luce, o una lucciola. Ed io? Io, immodestamente, non credo ai fantasmi.
Evitarsi
Facce contro diversi muri, per non incontrar gli sguardi: ignorati i segnali, inutili i messaggi. Orgoglio o pregiudizio, incomprensibile incomprensione, assenza di voglia di quel necessario chiarimento, mentre un muro di ghiaccio separa anime fino a poco fa amiche.
Nuvole Barocche e Damiano
Birre vino, tavolini e fumo di sigarette. Fuori dal Teatro Ringhiera un cartellone con la programmazione. Persone raggruppate in nuvole discorrono sull’evento della serata che per molti non e’ “Nuvole Barocche” ma il post rappresentazione: Damiano fara’ un mini concerto omaggio a De Andre’. “Damiano?, quel Damiano?” Si, quel Damiano, quello di XFactor… quello “della Mori”, quello che ha fatto uscire un disco con un suo pezzo inedito: Anima. Per Damiano e’ un ritorno al passato: quel teatro e’ a due passi dalla casa dove e’ vissuto, nel quartire che l’ha visto bambino, su quel teatro ha fatto alle medie il suo saggio di musica. Improvvisamente come per un colpo di vento le nuvole si spostano e si assembrano. Foto, parole, abbracci, baci, autografi: e’ arrivato, semplice, spettinato, quasi assente: non e’ cambiato. Passano i minuti e molti sono a chiedersi che senso ha dover vedere uno spettacolo prima di poterlo sentire, alcuni pensano di tornare piu’ tardi, poi si aprono le porte, si prende posto. “Nuvole Barocche” drammaturgia e regia di Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti e Luca Stano, con Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Luca Stano, Elisa Marinoni. “1979: l’estate dei grandi sequestri. In scena sono Nico l’anarchico, Beppe l’alcolizzato, Pier l’emarginato, tre teppistelli sbandati e balordi, in cerca del colpo che cambia la vita. Nel chiuso di uno squallido scantinato di una qualsiasi periferia metropolitana, progettano il rapimento di un bambino, puntando lì le carte sbagliate di un possibile riscatto, ma finiscono solo per implodere in un feroce gioco al massacro a tre e per azzerare ogni orizzonte di futuro. La disillusione, il rapporto con la loro infanzia, l’amicizia ormai tramutata in qualcos’altro e la perdita della loro innocenza, sono temi che dominano i dialoghi. Quasi un noir, sullo sfondo storico dei violenti anni ’70, poco prima dei rampanti e ottusi anni ’80. E sull’eco allusiva del sequestro vero, nel 1979, di Dori Ghezzi e Fabrizio De André, indimenticabile musicista-poeta, autore dell’album omonimo da cui è ripreso il titolo dello spettacolo. E come le nuvole gonfie minacciano di squarciarsi in pioggia, così esplodono le anime di Nico, Beppe e Pier, perdenti nella vita e perduti dentro di sé.” (dal sito della compagnia http://www.carrozzeriaorfeo.it/) Intenso, linearmente complicato, ironico, drammatico, dai tempi perfetti. La Figura di De Andre’ che rieccheggia senza invadere, personaggi (a detta degli autori stessi) che si rifanno alla “poetica” del maestro: l’anarchico, il malato, l’emarginato, la puttana. Un monologo centrale sulla notte carico di significato e bellezza, dove non vi e’ solo voce ma anche corpo e anima. Fino ad arrivare all’epilogo dove, come ha detto sorridente Dori Ghezzi, che era presente allo spettacolo, “ascoltare De Andre’ non fa bene”. Pubblico senza parole e senza fiato, bella e inattesa sorpresa di un teatro ancora vivo, intenso e “nuovo”, nonostante tutte le difficolta’. Pausa. Le nuvole si ritrovano ancora fuori a parlare, bere, discutere. Si conoscono o riconoscono persone, volti amici e volti magari visti dietro uno schermo. Fumo, cellulari. Una visita alla mostra di disegni ispirati all’opera. Si riaprono le porte, gli interpreti e la Ghezzi commentano lo spettacolo, dando luce ad aspetti magari trascurati: gli anni 70, gli anni 80, le decisioni e le indecisioni, le certezze, le illusioni, la paura, la speranza, la forza di sorridere di drammi anche personali. Pensieri sul sequestratore che diviene sequestrato… solitudine e disillusioni. Si spengono le luci, il teatro e’ un po’ piu’ pieno. Un faro, un uomo, una chitarra: emozioni sulle note di del Poeta: Amore che vieni amore che vai. Poi, l’entrata dei musicisti de “la Nuova Orchestra “da camera” della Città Vecchia (Diego Maggi – pianoforte e tastiere, Claudia Zannoni – gia’ voce dei “Monopoliodistato” – basso e voce e percussioni– e Frank Ferrara – fiati e voce) si aggiunge atmosfera all’atmosfera. Tutti assieme accompagnano la calda voce di Damiano in Geordie, La canzone dell’amor perduto, Crueza de Ma, Rimini… intervallate da poche parole e qualche “cazzata”, testi da leggere e fogli che cadono. Fine? Si, Fine. Ma il pubblico chiama ancora e ancora ritorna un uomo con la sua chitarra e la sua voce: Se ti tagliassero a pezzetti e, su richiesta quasi esplicita della signora Ghezzi, Damiano ci regala un suo inedito “Non quello che passa alle radio adesso…non facciamo promozione, un altro pezzo scritto da me, di cui, dopo vorrei un parere privato di Dori“: Fai da te. Ma non e’ finita, mentre si smonta l’attrezzatura Damiano e’ ancora in mezzo alla gente, la sua gente. Altri autografi, saluti, foto, pupazzi regalati, pacche sulle spalla, in bocca al lupo… finche’ le nubi si sperdono in una notte di dicembre, anime calde in una fredda serata.
Incendio
Di colpo un raggio di sole brucia le foglie ancora appese ai rami. S’accende d’incanto un incendio di colori: attimi, prima che il grigio ripennelli l’autunno
Dietro ai vetri
Occhi ovattati da nebbia osservano oltre il grigio. Rumori indistinti protetti da spessi vetri raccontano freneticamente una vita che non m’appartiene. Rastrello il mio giardino, perdendomi nelle sue righe: esistenze linearmente complicate
(ri)Partenza
m’incamminai in un giorno di pioggia verso il sole.
La tua danza
Vestiti d’orientali veli e balla alla luce d’una candela svelando il tuo corpo e il tuo ardore. Profumami col tuo odore, danzando sul mio petto, lasciandomi addosso la tua rugiada. Baciami con labbra di fuoco e cuore innocente, fino a impedirmi di dire no. Non posso non amarti, mentre, togliendomi il fiato, mi doni quell’ossigeno chiamato passione.
santi moderni
Non vi son più santi in paradiso, son tutti in terra. Uomini perfetti giudicano e sentenziano in un’ anticipata apocalisse, trasmessa a reti unificate. Doni, talenti e capacità quali segni distintivi. Finchè l’argentea scure oscurerà il cielo e, come boomerang, colpirà chi il male ha vomitato in orecchie pronte a cibarsi d’inutili parole, lasciando ai corvi un succulento banchetto
Il viaggio continua
Ho letto nei tuoi occhi chiusi, percependo la tua anima. Ho capito prim’ancora di te, cio’ che dovevi dirmi. Ho sorriso e allargato le braccia, per donarti ancora la mia spalla. Ti tengo stretta, accarezzandoti i capelli, sapendo che, il viaggio continua.
Stamani
Mi sono accorto, semplicemente, di essere vivo.
Me ne vado
Pensavo d’esser tra signori e vedo solo umili quaqqaraqquà muoversi in fila verso una direzione tracciata d’altri. Alzo il cappello, m’inchino e me ne vado, dove la mente è ancora libera, e la bocca pulita.
Libero
Io, il mare, la mia vela. Il sole, il volo di un gabbiano: sono libero. 08/87
Volo controvento
Non crescero’ per scender ad un livello che non sento mio. Prendo il volo, controvento, seguendo la scia dell’estate che mi porta lontano da un luogo non luogo che non ho compreso, che non mi ha compreso. Parole senz’anima abbondano, portandomi all’indigestione: rinuncio ad esser complice d’un infantile gioco.
Assurdo comportamento
Bussi alla mia porta a notte fonda quando ormai ho chiuso, chiedendo attenzione che non voglio ne posso dare. Eppure dalle tue labbra non esce saluto mentre sotto il sole, incrociamo il cammino. Assurdo comportamento! Ancora una volta non apriro’
Tango
Passo di danza, scivolato e calmo. Occhi negli occhi, intreccio di gambe, di corpi. Amplesso su note sincopate: “pensiero triste che si balla”. Pochi minuti: una storia d’amore e non e’ solo una rosa tra le labbra.
Non sarò io a cercarti
Mi ritroverai, quando non avrai paure. Nessuna promessa, nessun impegno, nessuna parola senza motivo; mattoni crudi e malta di fango, fondamenta d’un rapporto mai iniziato e infinito. Se mi cercherai sarò sull’erba umida, guardando le stelle.
Dolce risveglio
Gocce di rugiada, su un letto sfatto d’amore. 07/09/2009
Non sparirò
Hai ritrovato la tua vita, ti sento di nuovo serena. Seguirò il tuo nuovo incedere con la benevolenza di chi ora sa che vuoi essere seguita ma non accompagnata, sorretta ma non sospinta, incoraggiata, ma non spronata. Non sparirò, non sparirai, semplicemente cambieremo l’incedere, d’attiguo a parallelo. 07/09/2009
Un raggio di sole…
Primo maggio mattina.. accendo pc… saranno tutti in giro, desolazione andare in giro per blog, forum e affini.Scarico la posta e… SORPRESA!Mi arriva una mail sconosciuta…. un raggio di sole: Da: C….. E……Data: 05/01/09 08:18:19A: BrazirOggetto: Girovagando……….. ….per il web ho trovato le tue poesie.Volevo lasciare un commento ma non ci sono riuscita………come fare per iscrivermi? Un saluto e soprattutto grazie per l’eventuale risposta. Sopresa, "gioia", "eccitazione"… rispondo: Da: BrazirOggetto: Rif: Girovagando………..A: C. E.Data: Venerdì 1 maggio 2009, 09:16 Dove le hai trovate? Sul sito www.brazir.it?Se è sul sito devi registrarti qui http://www.brazir.it/wp-login.php?action=register Posso chiederti come mi hai trovato?Di dove sei?GrazieBrazir Non mi aspettavo altro e invece… Da: C. E.Data: 01/05/2009 11.40.33A: BrazirOggetto: R: Rif: Girovagando……….. ………sono napoletana ed ho trovato le tue poesie facendo una ricerca con "google"ne ho letto alcune e le trovo molto belle e profonde! grazie per la risposta immediata………appena possibile mi registrerò: basta andare al link che mi hai mandato,scegliere un nik e registrarsi? Grazie e scusa il disturbo,ma non sono molto pratica ………..grazie e, se riesco a registrarmi,mi farò viva attraverso i commenti! E mi viene da pensare che allora non è tutto "vano".. che ancora ho qualche speranza.. che ogni tanto per la mia "passione" qualche raggio di sole arriva…Sorrido.A volte bastano piccole "scemenze" per cambiare una giornata ed essere felice.
Estate
Caldo! Caldo e Afa! Che faccio? Quasi quasi esco… apro la porta di casa e…un Phon mi assale alla gola. Rientro in casa…Prendo da bere… freddo … l’acqua è ghiacciata va beh fa niente… troppo tardi, mi fa già male lo stomaco. Che faccio? Accendo il pc…apro Mirc..entro in chat… /login #F A …….. CIAOOOOOOOOOOO nessuno… non risponde nessuno.. e ora che faccio? Vado nell’altra chat, quella che frequentavo prima …. /login #A V …… Ciao, vi ricordate di me? Peggio del deserto del sahaara… almeno tra le dune potrei incontrare qualche beduino. Ok, non demoralizziamoci. Apro il browser mi dirigo sugli space…li troverò sicuramente qualcuno… o almeno qualcosa da leggere. “Ciao Brazir Messaggi … Visualizzato oggi …” Novita’ NULLA! Ma ma ma come è possibile? Ma che sta succedendo? Ero abituato ad entrare e avere una serie infinita di interventi da leggere. E va beh! Sul mio sito? Gia’.. ma tanto li non scrive nessuno… Sul mio forum? Peggio che andare di notte….sembra l’artico… Apro Msn.. qualcuno ci sara’! Silenzio di tomba!E ora??? Dove sono finiti tutti? Si, lo so… se voglio leggere posso andare anche indietro nel tempo ricercare cose “vecchie”, ma… è bello incontrare qualcuno e rispondere o commentare le cose nuove! Mah.. intanto provo a scrivere qualcosa io… Dunque… che scrivere?… UFF si suda anche a pensare…figurarsi a battere i tasti….mi viene un dubbio…Che siano tutti sdraiati a letto col ventilatore al massimo, un gelato in una mano e di fianco al letto un bicchiere da 5 litri della bibita preferita…ovviamente con la cannuccia direttamente in bocca? Quasi quasi ci vado anche io….CIAOOOOOOOO!!!! No dai resto e leggo qualcosa… ma per favore…ogni tanto però… venitemi a fare comagnia!!! modifica da pezzo originale inserto su www.concertodisogni.it
Profondo
Inabissato, nel profondo mare cerco la luce. Correnti mi trasportano scavandomi l’anima. Mi perdo alla ricerca di quel che sono, lasciando scorrere il sangue nelle vene. Apnea, silenzio, pace…. Forse sono tutto questo: il viaggio non è ancora finito. Brazir
Lupo Solitario
Come belva costretta a vivere in cattività, mostro la mia insofferenza a ciò che mi circonda. Lupo solitario non riesco più a trovarmi in branco, e sogno la mia tana, dove i pensieri erano solo miei. Spezzo le catene e torno alla natura, ai miei amici boschi, alla mia incompresa solitudine, per risentirmi ancora predatore, per ritrovarmi ancora a respirare, per riscoprirmi ancora spirito libero. Brazir – 20/03/07
Tempo di Dio
Milleni come istanti, esistenze come granelli di sabbia, anni come attimi Misurare il tempo di Dio: uomini in ricerca. 04/06/08 – Brazir
Cercami
Cercami in un raggio di sole, nelle onde del mare, nei fili d’erba. Cercami nel vento, nelle nuvole, nel silenzio. Sarò dove non mi vedi, sarò dove non mi pensi. Leggeri battiti d’ali di farfalla. Cercami nelle parole, nei suoni, nei colori. Cercami nell’arcobaleno, cercami nella pioggia, cercami nella luna. E se tutto sarà buio, cercami semplicemente nel tuo coure