Straniera la mia voce
a chi dovrebbe parlare
la mia stessa lingua,
m’esprimo a gesti
come un vecchio mimo.
Muta resta l’idea,
lo sconforto
ruba la scena al sorriso
ogni giorno donato,
che s’adombra come il sole,
dentro e fuori di me,
mentre fantasmi
s’affacciano all’orizzonte.

Una risposta

  1. Tante riflessioni in 13 righi…
    Chi dovrebbe parlare la nostra stessa lingua?
    Cosa stabilisce chi è colui che dovrebbe, logicamente, parlare la nostra stessa lingua?
    C’è una persona che “deve”, o chi non capisce… semplicemente non è colui che può?
    Non sentirsi capiti è un’ottima causa di sconforto, a lungo andare. E’ un tarlo che lavora in silenzio.
    Il giorno donato è l’immagine bella; il sole che s’adombra è il simbolo delle migliori intenzioni logorate da nuvole non possenti come il sole, eppure in grado di offuscarlo.
    E… i fantasmi del passato sono l’immagine più inquietante.
    I fantasmi del passato possono condurre alla malinconia oppure alla ribellione, senza vie di mezzo.
    (Chiaramente: analisi molto personale)

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