Seduto sui gradini della stazione segnava su un quaderno tutti gli arrivi e le partenze, i ritardi e le coincidenze.
Non gli sfuggiva niente pero’, ogni minimo particolare, ogni colore, ogni espressione.
Solitamnente calmo in mezzo a quella confuzione osservava centinaia di uomini formica muoversi per andare chissa’ dove.
L’autoparlante annuncia meccanicamente i numeri dei treni.
Vite si sfiorano, sguardi si incontrano, anime si avvicinano ad altre anime, a volte si incastrano l’una dentro l’altra dilatandosi per poi staccarsi.
E’ un gioco, e’ la vita… pochi incontri decisivi, molti scontri, a volte anche irritanti.
Seduto su gradini della stazione scriveva.
Cadde un foglio, lo raccolsi.
Istantanee di vita:
– Donna col maglione rosso. Sola. Cerca l’amore.
– Uomo d’affari, indaffarato, non sa che sta perdendo la vita.
– Nonno coi nipotini, un viaggio a raccontare sogni passati.
– Signora corre a casa, l’aspetta il marito affamato.
– Ragazza, corre. Deve fare la spesa al discount.
– Uomo, occhi tristi. Non piange ma sta morendo dentro.
Righe piene di “polaroid”… vere o fasulle… colti attimi di anime perse.
Seduto sui gradini della stazione segnava su un quaderno tutti gli arrivi e le partenze, i ritardi e le coincidenze, ma che cercava?
La risposta la trovai nei suoi occhi: cercava lo sguardo din un volto perduto nel tempo che gli indicasse il treno per casa.
Le stazioni sono strani posti, con un fascino particolare. Di nessun luogo si scrive così come si fa di questo posto che sembra un pò misterioso. Vite che scorrono, anime che sembrano più vulnerabili. Lo siamo quando andiamo via o ritorniamo da qualcuno o da qualcosa.
Le stazioni non sono altre che un bel paragone di vita… l’importante è prendere le coincidenze iuste e incrociare le persone giuste…