Noi, poveri “ragazzi” degli anni 80 e la tv – prima parte
Oggi, vorrei iniziare a parlare della mia generazione. Quella nata sul finire del boom economico italiano del secolo scorso, che ha passato l’infanzia nella “crisi” degli anni ’70 e l’adolescenza e la giovinezza negli anni ’80. Quella generazione che è “nata” assieme alla televisione in tutte le case e che ne ha visto il passare dal bianco e nero al colore. Già, la televisione…. ma vi rendete conto di quanto abbia potuto “traumatizzare” e indirizzare male? Già dal mattino ci facevano prima vedere un immagine più o meno come queste: Con un BIIIIIIIIIIIP di sottofondo continuo e fastidiosissimo, per poi ipnotizzarci con video in loop dell’apertura delle trasmissioni: Immagini fisse e colorate… poi “loop” di disegni geometrici… che fosse tutto organizzato da qualche “ipnotizzatore”? Poi, spesso partiva un filmato, sempre e solo musicale, dove ci venivano raccontate varie scene esterne di una famiglia, io ricordo la visita allo zoo… Infine, se tutto andava bene, iniziavano finalmente le vere trasmissioni, a meno che non partisse l’immancabile “intervallo”: Musiche rilassanti, certo, ma che a noi bambini facevano restare come “ebeti” in attesa di quello che veniva dopo…. E cosa veniva dopo? Ma i cartoni animati! E qui si apre un mondo a se’ stante… Heidi: sfortunata bambina rimasta orfana che vive col nonno in una baita e a cui “le caprette fanno ciao”, che ha come amici “mu mu, cip cip, be be”, che vive dove la “neve candida come latte di nuvola”, che canta lo jodel col suo nome: “Holalaidi, Holalaidi, Holalaidi, Holalaidi – Holalaidi, Holalaidi, Holalaidi, Holalaidi -Ho-la-lai-di, Lai-di, Lai-di, Lai-di, Ha-ho” e che si fa i “trip” sulle nuvole: Remì: Altro bambino sfortunato, che va in giro per il mondo suonando l’arpa e facendo ballare “la scimmietta e il cane”, non ha una casa ma a cui basta un pote, e chissenefrega se non mangia, l’importate è stare in compagnia!! Candy Candy: altra bambina sfortunella che però è allegra, simpatia, zucchero filato, che non è mai sola nemmeno nella neve più bianca e alta (come latte di nuvola???), che gira sempre col suo gatto…e che, assieme a Georgie (che corre felice nel prato…) ha sdoganato il rapporto incestuoso tra fratelli (la prima che è interessata a Terence il quale sembra però più interessato a Antony – non poteva mancare l’omosessualità – mentre la seconda viene “scaldata” dal corpo del fratello sul suggerimento dello zio…). La lista però DEVE assolutamene continuare: che dire di Pollon, la figlia di Zeus prima pusher dichiarata che andava in giro a dispensare una polverima magica che sembra talco ma non è serve a darti l’allegria? Se lo lanci o lo respiri ti da’ subito l’allegria??? E che dire di Spank? Cane innamorato di una gatta? E di Lady Oscar, prima trasgender mondiale e anticipatrice delle donne nell’esercito? Questa tipetta il cui padre voleva un maschietto è diventata nientemeno che capo (non capa!!!) delle guardie reali, Altro che drag queen o Vladimir Luxuria! Nello stesso filone non va’ però dimentico/a RANMA cui bastava dell’acqua per passare da uomo a donna…. Se prima abbiamo parlato di omosessualità maschile, per par condicio dobbiamo ricordare Sailor Moon che ci ha fatto conoscere con largo anticipo le coppie di fatto (Sailor Uranus e Sailor Neptune). Capitolo a parte per Puffetta, unica fanciulla in mezzo a una miriade di omini blu… un inno alla promiscuità, chissà chi saranno i padri dei baby puffi!!! Altra menzione speciale va fatta per tutti quei cartoni che “incitano” alla violenza sulle donne: “Mimi’”, Jenny la tennista”, “Maya” che, più o meno volontariamente venivano vessate e maltrattate da allenatori, compagni, registi… Ma per concludere questa prima parte, vorrei segnalare l’incubo dei maschietti: Venus e i suoi missili fotonici, potete capire il “trauma” nel vedere cosa erano e da dove partivano i missili? Trauma superato (a aumentato) abbondantemente anni dopo con l’avvento di …ma questa è un’altra storia e soprattutto un’altra puntata…. P.s. Potete ora iniziare a capire perchè la mia generazione è così “complessata”??? つづく
All’improvviso.
E’ bello, gratificante, direi quasi sconvolgente quando all’improvviso ti suona il telefono e 2 amici ti invitano fuori per la sera stessa. “Senti.. stasera vieni con noi? Andiamo ad un concerto… e ci è rimasto un biglietto” “EH? si? cosa? come? A a aaaaaspetta che chiedo a casa!” Insomma… gioia, stupore, penso che la mia faccia sia stata tipo questa: Due telefonate per avere ok dalla consorte e… OK! Ci sto! E dal cuore esce una sola parola GRAZIE!!!
Ligabue, Un colpo all’anima
Testo Un colpo all’anima Luciano Ligabue Tutte queste luci tutte queste voci tutti questi amici tu dove sei!? Tutto questo tempo pieno di frammenti e di qualche incontro e tu non ci sei… Tutte queste radio piene di canzoni che hanno dentro un nome ecco chi sei..! Non ti sai nascondere per bene Quante volte sei passata quante volte passerai e ogni volta è sempre un colpo all’anima Tutto questo posto forse troppo visto deve avere un guasto tu non ci sei tutte quelle case piene di qualcuno e fra quei qualcuno tu con chi sei!? tutte queste onde pronte a scomparire resta solo il mare quanto ci sei non ti sai nascondere davvero… Quante volte sei passata quante volte passerai e ogni volta è sempre un colpo all’anima quante volte sei mancata quante volte mancherei un colpo al cerchio ed un colpo all’anima Quante volte sei passata quante volte passerai e ogni volta è un colpo sordo all’anima Quante volte sei mancata quante volte mancherai un colpo al cerchio ed un colpo all’anima all’anima E’ Ligabue. E’ tornato. Dopo 5 anni d’attesa. L’11 Maggio uscirà il nuovo album. Ma… Ma sinceramente mi sembra (almeno in questa canzone) che abbia fatto un bel “compitno”. Nulla di nuovo sotto il sole, ma nemmeno sotto la pioggia. Che forse ora le cose migliori le faccia quando scrive per gli altri? (Mannoia, Elisa giusto per citare 2 esempi). La canzone è carina, si fa ricordare, sicuramente radiofonica ma…. ma mi sa tanto di già sentito. A ditanza di poche ore su youtube si trovano già tanti video amatoriali di cover…. Non lo so, non mi convince fino in fondo. Sarò nostalgico ma il “primo Liga” diciamo quello dei primi 10 anni di carriera era un’altra cosa. Un pugno allo stomaco… una sorpresa continua…ora è un lento ripetersi din un solito clichè con qualche sprzzo di “botta di vita”. Insomma a mio modesto modo di vedere un singolo per “salvarsi la pelle” (e pararsi qualcusa d’altro) rincorrendo vecchi “sogni di R&R”
Book on Demand (Bod) e Print on Demand (Pod). Perche’ no?
breve escursus motivato sul perche’ non e’ sempre negativo usare il book on demand.
Nuvole Barocche e Damiano
Birre vino, tavolini e fumo di sigarette. Fuori dal Teatro Ringhiera un cartellone con la programmazione. Persone raggruppate in nuvole discorrono sull’evento della serata che per molti non e’ “Nuvole Barocche” ma il post rappresentazione: Damiano fara’ un mini concerto omaggio a De Andre’. “Damiano?, quel Damiano?” Si, quel Damiano, quello di XFactor… quello “della Mori”, quello che ha fatto uscire un disco con un suo pezzo inedito: Anima. Per Damiano e’ un ritorno al passato: quel teatro e’ a due passi dalla casa dove e’ vissuto, nel quartire che l’ha visto bambino, su quel teatro ha fatto alle medie il suo saggio di musica. Improvvisamente come per un colpo di vento le nuvole si spostano e si assembrano. Foto, parole, abbracci, baci, autografi: e’ arrivato, semplice, spettinato, quasi assente: non e’ cambiato. Passano i minuti e molti sono a chiedersi che senso ha dover vedere uno spettacolo prima di poterlo sentire, alcuni pensano di tornare piu’ tardi, poi si aprono le porte, si prende posto. “Nuvole Barocche” drammaturgia e regia di Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti e Luca Stano, con Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Luca Stano, Elisa Marinoni. “1979: l’estate dei grandi sequestri. In scena sono Nico l’anarchico, Beppe l’alcolizzato, Pier l’emarginato, tre teppistelli sbandati e balordi, in cerca del colpo che cambia la vita. Nel chiuso di uno squallido scantinato di una qualsiasi periferia metropolitana, progettano il rapimento di un bambino, puntando lì le carte sbagliate di un possibile riscatto, ma finiscono solo per implodere in un feroce gioco al massacro a tre e per azzerare ogni orizzonte di futuro. La disillusione, il rapporto con la loro infanzia, l’amicizia ormai tramutata in qualcos’altro e la perdita della loro innocenza, sono temi che dominano i dialoghi. Quasi un noir, sullo sfondo storico dei violenti anni ’70, poco prima dei rampanti e ottusi anni ’80. E sull’eco allusiva del sequestro vero, nel 1979, di Dori Ghezzi e Fabrizio De André, indimenticabile musicista-poeta, autore dell’album omonimo da cui è ripreso il titolo dello spettacolo. E come le nuvole gonfie minacciano di squarciarsi in pioggia, così esplodono le anime di Nico, Beppe e Pier, perdenti nella vita e perduti dentro di sé.” (dal sito della compagnia http://www.carrozzeriaorfeo.it/) Intenso, linearmente complicato, ironico, drammatico, dai tempi perfetti. La Figura di De Andre’ che rieccheggia senza invadere, personaggi (a detta degli autori stessi) che si rifanno alla “poetica” del maestro: l’anarchico, il malato, l’emarginato, la puttana. Un monologo centrale sulla notte carico di significato e bellezza, dove non vi e’ solo voce ma anche corpo e anima. Fino ad arrivare all’epilogo dove, come ha detto sorridente Dori Ghezzi, che era presente allo spettacolo, “ascoltare De Andre’ non fa bene”. Pubblico senza parole e senza fiato, bella e inattesa sorpresa di un teatro ancora vivo, intenso e “nuovo”, nonostante tutte le difficolta’. Pausa. Le nuvole si ritrovano ancora fuori a parlare, bere, discutere. Si conoscono o riconoscono persone, volti amici e volti magari visti dietro uno schermo. Fumo, cellulari. Una visita alla mostra di disegni ispirati all’opera. Si riaprono le porte, gli interpreti e la Ghezzi commentano lo spettacolo, dando luce ad aspetti magari trascurati: gli anni 70, gli anni 80, le decisioni e le indecisioni, le certezze, le illusioni, la paura, la speranza, la forza di sorridere di drammi anche personali. Pensieri sul sequestratore che diviene sequestrato… solitudine e disillusioni. Si spengono le luci, il teatro e’ un po’ piu’ pieno. Un faro, un uomo, una chitarra: emozioni sulle note di del Poeta: Amore che vieni amore che vai. Poi, l’entrata dei musicisti de “la Nuova Orchestra “da camera” della Città Vecchia (Diego Maggi – pianoforte e tastiere, Claudia Zannoni – gia’ voce dei “Monopoliodistato” – basso e voce e percussioni– e Frank Ferrara – fiati e voce) si aggiunge atmosfera all’atmosfera. Tutti assieme accompagnano la calda voce di Damiano in Geordie, La canzone dell’amor perduto, Crueza de Ma, Rimini… intervallate da poche parole e qualche “cazzata”, testi da leggere e fogli che cadono. Fine? Si, Fine. Ma il pubblico chiama ancora e ancora ritorna un uomo con la sua chitarra e la sua voce: Se ti tagliassero a pezzetti e, su richiesta quasi esplicita della signora Ghezzi, Damiano ci regala un suo inedito “Non quello che passa alle radio adesso…non facciamo promozione, un altro pezzo scritto da me, di cui, dopo vorrei un parere privato di Dori“: Fai da te. Ma non e’ finita, mentre si smonta l’attrezzatura Damiano e’ ancora in mezzo alla gente, la sua gente. Altri autografi, saluti, foto, pupazzi regalati, pacche sulle spalla, in bocca al lupo… finche’ le nubi si sperdono in una notte di dicembre, anime calde in una fredda serata.
Q.P.G.A.
Esce oggi 27 Novembra Q.P.G.A, doppio cd di Baglioni che “riprende” la sua opera del 1972 ampliandola. Forse non tutti sanno che nelle intenzioni dell’artista gia’ allora l’album doveva essere doppio (circa 30 Canzoni), ma vista la giovane eta’ del cantautore e la non ancora grande fama, la casa discografica RCA decise di ridurre i pezzi e fare uscire l’album in un disco solo. A distanza di 37 anni e con un progetto che ha compreso un libro e un film (oltre che una serie di concerti) Baglioni da alla luce questa “opera pop” di 52 pezzi (alcuni corti) riprendendo quei 30 pezzi iniziali e aggiungendone di nuovi. Sebbene alcuni brani gia’ li conosciamo dall’album Questo Piccolo Grande Amore e altri come singoli usciti in quest’anno( Buon Viaggio della Vita, Niente piu’, Lungo il viaggio – conosciuta come “in viaggio”), tutti i pezzi suonano “nuovi”. Baglioni infatti li ha completamente riarrangiati donando loro a volte nuove sonorita’, pur mantenendo le melodie che conosciamo, melodie pero’ che si susseguono, si rincorrono, si riprendono e vengono vestite di nuove parole… A tutto questo dobbiamo aggiugnere che 70 artisti hanno dato una “pennellata” in questo lavoro di Baglioni, chi con una frase o una parola, ma tutti ben riconoscibili. Insomma un nuovo lavoro che parte da lontano e che ancora ci porta a spasso per una la Roma vecchia di piazza del popolo e che lungo il Tevere ci fa arrivare a Porta Portese, alla stazione Termini, a Fiumicino fino ad arrivare infine a quel Faro e a quella maglietta fina…. per “una storia d’amore che non dura ina vita, ma la cambia per sempre”. CLAUDIO BAGLIONI“Q.P.G.A.” tracklist con ospiti CD 1. 1 OUVERTURE (con Andrea Bocelli) 2. LUNGO IL VIAGGIO (con Enrico Ruggeri, Eugenio Finardi, Francesco Renga) 3. PIAZZA DEL POPOLO (con Alex Britti chitarra) 4. UNA FACCIA PULITA (con Irene Grandi) 5. l’incontro (con Riccardo Cocciante) 6. NUVOLE E SOGNI (con Simone Cristicchi, Michele Zarrillo) 7. DUE UNIVERSI (con Gigi D’Alessio, Anna Tatangelo) 8. SE GUARDI SU (con Baraonna, Pino Daniele chitarra) 9. CENTOCELLE (con Danilo Rea piano) 10. SVELTO O LENTO (con Elio e le Storie Tese) 11. BUON COMPLEANNO (con Renzo Arbore, Morgan) 12. l’appuntamento (con Giorgia) 13. BATTIBECCO (con Paola Cortellesi) 14. CON TUTTO L’AMORE CHE POSSO (con Laura Pausini, Stefano Di Battista sax) 15. LUNGOTEVERE (con Rita Marcotulli piano) 16. JUKE-BOX (con Mario Biondi) 17. CHE BEGLI AMICI (con Pooh) 18. TORTADINONNA O GONNACORTA (con Neri Per Caso, Fabrizio Frizzi, Loredana Bertè, Ivana Spagna) 19. L’ULTIMO SOGNO (con PFM) 20. MIA LIBERTÀ (con Lucio Fabbri violino, Ron, Luca Barbarossa, Amedeo Minghi) 21. COSA NON SI FA (con Roy Paci tromba, Nek chitarra) 22. FIUMICINO (con Giovanni Allevi piano) 23. il riparo (con Antonello Venditti) 24. LA PAURA E LA VOGLIA (con Giovanni Baglioni chitarra) 25. LA PRIMA VOLTA (con Claudia Gerini) 26. UN SOLO MONDO (con Alessandra Amoroso) CD 2 1. PRELUDIO 2. QUEL GIORNO (con Joseph Calleja) 3. IO TI PRENDO COME MIA SPOSA (con Angelo Branduardi violino, Mango, Laura Valente) 4. l’arcobaleno (con Mina) 5. NOI SULLA CITTÀ (con Giusy Ferreri) 6. STAZIONE TERMINI (con Edoardo Bennato armonica) 7. ANCORA NO (con Giuliano Sangiorgi) 8. BUON VIAGGIO DELLA VITA (con Annalisa Minetti) 9. SISSIGNORE (con Gegè Telesforo, Enzo Jannacci) 10. MIA NOSTALGIA (con Fiorella Mannoia, Walter Savelli piano) 11. il rimpianto (con Ivano Fossati) 12. COME SEI TU (con Dolcenera) 13. PENSIONE STELLA (con Paolo Fresu tromba) 14. QUESTO PICCOLO GRANDE AMORE (con Ennio Morricone piano) 15. AL MERCATO (con Neri Marcorè) 16. PORTA PORTESE (con Fiorello) 17. FIORE DE SALE (con Ornella Vanoni, Luis Bacalov piano) 18. QUANTO TI VOGLIO (con Noemi, Gianluca Grignani) 19. CON TUTTO IL MIO CUORE (con Jovanotti, Fabrizio Bosso tromba) 20. il ricordo (con Gianni Morandi) 21. UN PO’ D’AIUTO 22. VIA DI RIPETTA (con Stefano Bollani piano) 23. UNA STORIA FINITA (con Alice) 24. SEMBRA IL PRIMO GIORNO (con Franco Battiato) 25. SUITE 26. NIENTE PIÙ
Un viaggio
“Ma chi me lo ha fatto fare?”. Era questo il pensiero ricorrente di Delia guardando fuori dal finestrino mentre il treno correva. Sola, praticamente da sempre, aveva accettato quell’appuntamento al buio. Si certo, con Michele, conosciuto in un sito di incontri, si erano sentiti e visti tramite la web-cam ma… non si erano mai sfiorati ne’ annusati. Si era preparata con cura Delia, come non faceva da anni. Era stata giorni a scegliere come vestirsi, dando importanza anche all’intimo che doveva essere intrigante ma comunque rimanere sobrio. E poi ai vestiti: aveva scartato da subito il tailleur, poi era iniziato il dubbio tra gonna e pantalone, tra camicia e maglioncino. Alla fine aveva optato per una gonna lunga stile gitana e una camicia bianca molto leggera. L’intimo era rigorosamente nero con rasi e pizzi, un po’ per farlo notare dalla camicia, un po’ per dare contrasto con la sua pelle color latte. Per concludere trucco, smalto e estetista. Quante notti passate a pensare a quel momento, quante voglie represse nel letto, docce fredde e carezze ed ora, che quel benedetto treno correva, avrebbe voluto tornare indietro. Troppi dubbi… troppe aspettative… Bramava e temeva il contatto, il primo contatto, se non avesse dato la scossa, quella scossa? Si sentiva maledettamente una ragazzina al primo appuntamento, tesa e timida ma allo stesso tempo vogliosa e eccitata (durante il viaggio più volte si ritrovò a serrare e rilasciare le cosce e a pensare se chiudersi o meno in bagno). Passavano paesaggi e stazioni e i pensieri continuavano ad alternarsi impazziti come in una danza tribale dove tutto e’ caos in un preciso ordine. Con solo 10 minuti di ritardo il treno la lasciò straniera sulla banchina in una città che ricordava solo da bambina. Si diresse verso l’atrio, l’appuntamento era all’edicola. Incrociò uno sguardo, che sostenne il suo. Si fermò, le si avvicino. Nessuna parola, solo un lungo, interminabile bacio che la stordì facendole cedere le ginocchia. Michele la prese per mano e la condusse alla sua auto. Le chiese semplicemente “Vuoi?” a cui rispose di si con la testa. Michele mise in moto, direzione una camera per condividere un pomeriggio di passione e d’amore, mentre alla radio un giovane Baglioni cantava burlescamente “la paura e la voglia di essere nudi”.
Ore 10.40
A quell’ora sono stato contattato da una persona con cui non sono in rapporti "chiari". Sto aspettando delle risposte a dubbi mai sciolti.Non ho nulla da rimproverarmi e sono tranquillo, come si suol dire cammino a testa alta. Ma torniamo al discorso principale.Dicevo che vengo contattato e mi dice che oggi alle 13 sarebbe stata dalle mie parti e se potevamo inontrarci cosi’ da consegnarle il mio libro. Ho rifiutato. Primo perche’ non giro solitamente con copie di Fotografie di Pensieri nella borsa, secondo perche’ non posso prendere e mollare il lavoro senza preavviso o quasi ed infine perche’ non "capisco" il motivo dell’incontro se non ci si e’ chiariti (o almeno cosi’ e’ per me). Sapete tutti e se non lo sapete lo dico e ridico ora quanto tenga a FdP. Sapete o potete immaginare cosa voglia dire per me sapere che un’altra copia e’ vissuta e apprezzata, ma gia’ una volta sono stato accusato di "mantenere una amicizia" per poter vendere "2 copie del mio libro", quindi ora…preferisco limitare il mio "volo", ma non cadere nello stesso errore. E con questo… penso che non raggiungero’ mai il primo traguardo che mi ero posto per il libro…. pero’ posso sempre dire di averci provato.
1 Vs 6 o 6 Vs 1 ?
Voglio che lo stesso trattamento mediatico di una settima fa possa essere attibuito anche ai nostri 6 militari morti ieri.Voglio vedere Fiorello e Fazio che parlano alla "folla".Voglio vedere Baudo portare le bare a spalla.Voglio sentire il nostro presidente del Consiglio dire che ha perso SEI amici.Voglio vedere personaggi famosi ai funerali e l’officiante dire ALLEGRIA.Voglio vedere 6 funerali di stato in diretta.Voglio vedere le foto su tutti i giornali di gossip.Voglio vedere spot "postumi" mandati in onda.Voglio sentire lo zio Gerry dire che rifara’ rischiatutto in Afganistan.Voglio sperare che questo mio volere faccia riflettere.Voglio augurarmi che questo mio volere pesti i calli a qualcuno.
Perche’ fare l’amico non e’ proprio uguale dell’essere amico (Povia)
Al giorno d’oggi molti FANNO gli amici ma non SONO amici. Non ho mai detto d’essere un buon amico.Prima di definire un rapporto amicizia devo aver sputato sangue… e aver ricevuto in faccia quello dell’altra persona, quindi… non chiamatemi amico… se non lo sentiamo in 2.Saremo complici, conoscenti, in com-prensione, ma non saremo (ancora o mai) amici. Mi guardo le mani. 10 dita. Non posso dire di avere altrettanti amici.
Abuso “letterario”.
In un mondo dove ormai la parola cede il passo all’immagine, dove tutto e’ veloce, asettico, impersonale, non c’e’ piu’ tempo per pesare il vero senso di quello che diciamo.Le parole perdono significato, spessore, colore, "sapore".Girando sul web (forum, blog, siti, guestboook) si leggono milioni di volte le parole Ti VOGLIO BENE, TVB, SEI IMPORTANTE, per non parlare del significato e del senso di parole come amico e amicizia…. Amicizia: Questa (in corsivo) e’ la definizione da vocabolario:Legame sentimentale, quindi che prevede un sentimento, basato su affinita’ di idee, che vanno quindi condivise, e reciproca stima, quindi prevede un rapporto, una conoscenza, un qualcosa di costruito.Non basta qualche messaggio, telefonata, conversazione per definirsi amici o come piace a me dire Amici.A tal proposito parlando con una persona che sento a me vicina tempo fa si parlava addirittura di mici e ici rispetto ai rapporti con le persone. Come faccio a definirti amico se non ti conosco? Posso sapere tante cose di te piu’ o meno belle, piu’ o meno intime, piu’ o meno personali ma questo non vuol dire che sei mio amico.Leggevo non ricordo piu’ dove che volere bene ad una persone e’ un lungo viaggio e per un lungo viaggio ci si prepara, si programma, si fa una valigia, si stabilisce una meta, si fanno delle tappe…. non si prende e si parte cosi’…a caso; quello l’ha fatto Forrest Gump ed ad un certo punto ha smesso di correre senza meta.Detto tutto questo sono ancora a chiedermi se oggi pensiamo a quello che diciamo e se diamo il giusto peso alle parole e lo dico io che con le parole mi diverto a "scherzare" ad "unirle" per dar forma ai miei pensieri e spesso mi dico di no e che la fretta ci porta a "costruire male le nostre case chimate rapporti" poi, come nella fiaba dei tre porcellini resta in piedi una casa su tre (se va bene). Pensiamoci prima di lasciarci trasportare dalle emozioni e dire qualcosa che poi, in fondo in fondo, non pensiamo o non sentiamo.
27 Gennaio 2009 – Giorno della Memoria
Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case; Voi che trovate tornando la sera Il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce la pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì e per un no Considerate se questa è una donna Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d’inverno: Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole: Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi alzandovi; Ripetetele ai vostri figli: O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri cari torcano il viso da voi. Primo Levi – Se questo è un uomo
Rispetto
Porta rispetto! Quante volte abbiamo sentito queste parole…Rispetto per gli insegnanti, per i genitori, per il datore di lavoro, per gli amici, per le donne in stato interessante, per gli anziani… Ma il rispetto va dato a TUTTI, indistintamente. O almeno andrebbe dato a tutti. Io rispetto chi ho davanti in quanto UOMO (Essere vivente) e non per quello che “rappresenta”. Se davanti a me non ho un UOMO…. allora potrebbe venire meno anche il rispetto. Non porti rispetto perchè ho davanti una persiona anziana, una mamma, una donna o una figura religiosa, al massimo posso avere più accortezza nei loro confronti, più attenzione, più riguardo. Mi deve portare rispetto perchè sono più anziano, perchè sono donna, perchè sono madre, perchè sono “qualcuno”.E che ci azzecca? Se sei una persona cafona, insulsa, arrogante, che rispetto ti devo? Dimostrami che meriti rispetto per quello che sei…. non per quello che “il mondo” vuole che tu sia.
…Amicizia?
Rimase intenta ad ascoltare le sue parole. Seduta in riva al mare, faceva tesoro di ogni sillaba pronunciata. Pensieri si accavallavano nella mente, un misto tra stupore, rabbia, gioia, rispetto e ammirazione. “Una vita raccontata in cinque minuti” – le disse – che poi divennero ore. Racconti di episodi lontani impressi nella mente. VIVI, presenti. Attimi anche difficili, terribili, duri: morte, vita, rassegnazione, fallimento, forza, costanza, rinascita, accettazione, ricadute, riprese… Un quadro a colori dietro una lastra grigia… sprazzi vivi in un contesto monocromatico. Non riusciva a parlare, ogni parola sarebbe stata superflua, inutile. Assaporava quell’attimo in cui il tempo sembrava essersi fermato e, come in un film, riusciva quasi ad essere protagonista condividendo quegli attimi non suoi, librandosi in volo con la fantasia. Visse la sua rinascita, la sua “fenice”. Ne fu’ felice. Si ritrovo’ serena, si accorse di aver ricevuto tra le mani una parte della vita di un’altra persona e capi’ di aver condiviso parte dell’anima. L’abbraccio’, un bacio in fronte, a voler ringraziare del dono. Poi in silenzio guardarono il tramonto, con la consapevolezza di aver posto alcuni mattoni per quella che potrebbe chiamarsi Amicizia.
Corsi e ricorsi
Gli uomini non cambiano… diceva una canzone. Ma anche le donne mica scherzano. Direi che forse nessuna persona cambia… e il tempo su qualcuno mi ha dato ragione… Ci sono persone che considerano le altre come gli strappi dell’asciugatutto in cucina… o i fazzoletti di carta o la carta igenica. Son comodi, utili… ma finiscono presto la loro funzione e allora? Beh allora si usano, finche’ si puo’ usarli, magari cercando se c’e’ ancora qualche angolino buono..o pulito e poi si buttano nel sacco nero, dicendo che non sono mai state “utili” e che da sempre non andavano bene. Auguro a queste persone di ritrovari in un bellissimo bagno, con le finiture d’oro, i marmi di carrara, oli e incensi, specchi e gioielli, giochi di luce e sfarzo. Uno di quei bagni da sogno, magari di qualche hotel arabo o di qualche sceicco, presente? Dicevo.. auguro a queste persone di trovarsi in uno di questi bagni… dove e’ quasi un piacere “farla”… e di ritrovarsi con un unico strappo di carta igenica e accorgersene dopo… Mettelela come volete… ma un po’ le mani dovrete sporcarvele! Tutto questo per dire che quando solitamente, dopo aver conosciuto, discusso, parlato, litigato con qualcuno, mi rendo conto che vale meno di un centesimo bucato e falso… e’ difficile che mi sbagli. Persone che poi, magari, fanno anche “finta” di voler riprendere i contatti, di “non portare rancore” e invece c’e’ sempre un doppio fine:”Gli amici sono amici se fanno quello che dico io, altrimenti non vanno bene” Questo e’ il loro motto anche se non lo ammetteranno mai. E invece l’amico e’ quello che ti sbatte in faccia quello che sei, che ti dice quello che pensa SEMPRE, che tiene alle tue cose come alle prorpie… solo che spesso non viene compreso e viene scambiato come quello che “vuole fare le scarpe”… che “insinua” e che “vuole distruzione”. I simili si circondano di propri simili… c’e’ chi la chiama selezione naturale, chi invece sa distinguere i posti dove “potere stare”, “poter sopravvivere” o “dover evitare”. Un consiglio.. prima di dare la mano ad una persona guardate se e’ appena uscita dal bagno e… controllatele sotto le unghie, non si sa mai… P.s. se qualcuno dovesse sentirsi coinvolto e volesse sapere se secondo me fa parte di questa categoria di persone… non deve fare altro che chiedermelo. Ma son sicuro che chi mi chiedera’ spiegazioni sara’ chi, con le persone sopra, non c’entra nulla…
Il suono della vita
Un suono, i tasti di un piano. Ricordi, sensazioni, emozioni… Rivivere il passato, pensando al futuro. Gli affetti più cari, che ti accompagnano nella vita, glia amici, il ricordo di essere bambini. E poi ritrovarsi… ritrovare i tuoi occhi nel futuro del tuo futuro…. Il suono della vita, tra malinconia e speranza, ricordi e sorrisi. Il suono della vita, sulle nostre dita, passando tra tasti bianchi e neri…
Il mare dentro
Come ogni giorno era li, coi suoi capelli bianchi, il suo bastone e la sua valigia di ricordi. Il vecchio era seduto sulla solita panchina di villa Borghese e ascoltava il mare. Si si, lo so che non c’e’ il mare a Roma, ma quel vecchio sapeva sentire il mare dentro di se. Lui, nato nella terra dei trulli, dove il rumore del mare era la colonna sonora della vita, aveva capito come sentire il mare. L’aveva imparato da bambino, nel secolo scorso, quando “per gioco” (o almeno cosi’ pensava) gli avevno scritto quei numeri sul braccio lassu’ in Germania. Cadeva la cenere come fosse neve, ma non riusciva a giocarci. Quanti amici, parenti, semplici conoscenti ha visto partire … senza tornare e sentiva il mare. E poi il ritorno a casa, solo col fratello piu’ piccolo, un’avventura, un’odissea e ancora sentiva il mare… L’arrivo a Roma, l’aiuto di qualche persona “buona”, aveva imparato un mestiere, garzone in fabbrica e in quel frastuono ancora il mare…Si era sposato con “una brava figliola” che gli aveva dato 5 figli, prima di lasciarlo solo… a sentire il mare. Ah quanti ricordi… e quanto mare. Ogni volta che perdeva le forze, le speranze, guardava dentro di se, in profondo e riscopriva il dolce suono delle onde, a volte il mare era anche agitato, si infrangeva sugli scogli dell’anima, ma quel vecchio lo conosceva bene quel suo mare che sapeva calmarlo, anche e soprattutto nei momenti di maggior burrasca. Rimaneva seduto per ore, con lo sguardo rivolto all’infinito, ogni tanto si accarezzava il braccio, la fede che ancora portava all’anulare, la fronte ricca di rughe. Qualche volta sospirava, ad avvicinarlo si potevano scorgere i suoi pensieri. Si fidava quel vecchio, ancora si fidava di chi gli sorrideva…. si e’ fidato anche di me, raccontandomi della sua vita e insegnandomi ad ascoltare la mia anima come conchiglia e a trovare serenita’ nelle mie onde. Il vecchio era seduto sulla solita panchina di villa Borghese anche quel giorno, quel pomeriggio, mi avvicinai e mi saluto’ stringendomi le mani, sorridendo al mio sorriso e ricordandomi di ascoltare il mare; lui, mi disse, sarebbe partito per un lungo viaggio, aveva incontrato qualche giorno prima una bellissima signora di nero vestita e mi disse che quella sera lei l’avrebbe portato al mare.Fu l’ultima volta che lo vidi, ora lo cerco tra le mie onde. Immagine trovata sul sito http://www.stefanoframbi.com
compassione e comprensione
Compassione: moto dell’animo che porta a soffrire dei mali altrui come se fossero propri Comprensione: capacita’ di considerare con animo tollerante i sentimenti altrui Parole simili, parole a volte abusate. NON MI PIACCIONO, specialmente in un rapporto che si definisce di AMICIZIA, e sottolinea amicizia e non “conoscenza reciproca”. Tra amici non bisogna avere compassione dell’altro perche’ a primo acchito compassione diventa un termine negativo, a meno che DAVVERO si sia talemnte amici da SENTIRE i mali (ma anche le gioie) altrui come propri e allora diventa CON PATHOS, PATIRE CON…. e vediamo come semplicemente girando le parole come ci sembra di significato diverso… Tra amici non si dovrebbe nemmeno Comprendere…. si dovrbbe gia’ sapere! Un amico considera di fatto con animo tollerante i sentimenti altrui. Ma se un comportamento o un modo di fare/pensare non mi sta bene…. dovrei stare zitto? Quando un amico fa una critica la fa costruttiva o almeno questa dovrebbe essere l’intenzione….poi il seme puo’ marcire, fare radici sulla sabbia o sulla terra fertile e portare l’amico ad avere almeno una riflessione… una idea di mettersi in discussione, a volte pero’ il seme torna indietro perche’ si scontra con un muro di gomma che lo fa rimbalzare. Ecco ancora una volta spiegato perche’ per me la parola AMICO vuol dire qualcosa… e nella mia mente bacata ho addirittura una specie di classificazione delle “persone”: indifferenti conoscenti amici e… Amici. Dove sta la differenza? in quella A maiuscola quella A che si avvicina e molto alla A di Amore…quella sottile differenza che permette di far si che tu sia disposto ad avere COMPASSIONE del tuo Amico o meglio ancora dell’uomo o della donna che ti sono davanti e che magari, di colpo si spogliano l’anima e te la fanno vedere e tu ti ritrovi pronto a “rischiare” qualcosa pur di non perdere quell’anima, ti ritrovi pronto a spogliarti anche tu…col rischio di non avere difese e affondare un colpo mortale all’altro, o riceverne uno. In tutta onesta’ devo dire che non sono poi molte le persone da cui e per cui sarei disposto di dare o ricevere un colpo mortale.
Fantasmi
Compaiono, con frasi, battute…. mai dirette… mai "decise".Persone lontane nel tempo e nello spazio forse hanno ancora da dire.Ancora una volta mi sento di dire che io sono qui! Non mi sono mai nascosto, non ho mai lasciato "angoli segreti"…mi son sempre messo in piazza, per quello che sono… Eppure ancora compaiono Fantasmi….. e allora vado a ripescare nei ricordi… e negli scritti…. Ci ignoriamo Ci ignoriamo! Quasi per gioco… quasi per scherzo. Viviamo oramai in questa pace armata, Anche se provo a non invaderti, a non parlarti, a non sentirti, sento che tu stai provando a rubarmi: gli spazi, gli amici, il mio essere. Smettila di lanciare frecce spuntate, se devi attaccare fallo direttamente, non usare metafore, o parole ambigue… Sono stanco, deluso, arrabbiato…. vorrei cercare di reagire ma… Ma forse è meglio che continuiamo ad ignorarci. 11/12/05 … e allora… dimenticatemi… oppure non nascondetevi…. non restate Fantasmi ma siate almeno coerenti! E per tutti quelli che non sono fantasmi… scusate lo sfogo!
Esserci o non esserci?
Spesso gli amici (e a volte anche gli Amici) ti chiedono di Esserci… di essere presente. Ma qui sorge il problema: devi esserci come vogliono loro o come “sei tu”? Io non son capace di “fingere”, si lo posso fare.. mi posso adeguare, ma non per molto. Subito o quasi subito (e chi mi conosce bene lo sa) vengo “scoperto” e allora preferisco essere chiaro dall’inizio. Se non approvo una scelta, un modo di fare anche un modo di vivere, lo dico e lo faccio presente. Posso gioire delle sue gioie e/o intristirmi delle sue tristezze, ma se non mi sento “partecipe” non saro’ mai cosi’ contento o mai cosi triste… o forse anche un po’ l’opposto. Non e’ sempre facile essere distanti e equi e non e’ nemmeno facile non dire o pensare “te lo avevo detto”. La mano, la mia mano resta sempre tesa, la disponibilita’ non cambia, ma mi accorgo che non sempre quello che ho da offrire e’ quello che l’amico o l’Amico cerca.
Lupo Solitario
Come belva costretta a vivere in cattività, mostro la mia insofferenza a ciò che mi circonda. Lupo solitario non riesco più a trovarmi in branco, e sogno la mia tana, dove i pensieri erano solo miei. Spezzo le catene e torno alla natura, ai miei amici boschi, alla mia incompresa solitudine, per risentirmi ancora predatore, per ritrovarmi ancora a respirare, per riscoprirmi ancora spirito libero. Brazir – 20/03/07
Pensieri strani
Passione, attrazione, infatuamento, sesso, amore… Sfacettature di una stessa medaglia? Colori differenti dello stesso ologramma? L’amore: Cuore, Stomaco e cervello? A volte penso di essere strano… a volte per me amore e’ Cervello, Stomaco, Cuore… a volte lo Stomaco puo’ anche mancare. Quando e’ vero AMORE? quando e’ solo attrazione o innamoramento? Amare, ci sono milioni di modi di amare…. i genitori, i figli, gli amici…c’e’ chi per amore ha dato la vita, c’e’ l’amore per il compagno o la compagna, per lo sposo o la sposa, l’amore per la vita, l’amore per la musica, per l’arte, l’amore per gli animali, per la lettura…. Forse semplicemente abusiamo della parola Amore? Pero’, parlando di amore torno spesso a pensare che, per me, spesso tutto deve partire dalla "testa"…. le farfalle a volte "non si sentono"… il cuore si, si gofia, accelera ma non basta. Mi sto quasi convincendo che, almeno per me, molto spesso parte dalla "testa". Ho fatto "l’amore" senza avere soddisfazione perche’ non mi son sentito anche "unito nei pensieri" ma solo nel corpo… e magari ho avuto "reazioni" solo trovandomi "in sintonia" perfetta con chi mi era vicino. No, non sono mai arrivato al culmine, ma son convinto che, concedetemi la battuta, dalle parole (anche non parole "d’amore) si fosse passati ai fatti in quei momenti, sarebbe stata una unione perfetta. Pensieri strani, pensieri mattutini di un giorno che non ha ancora decsiso se regalare pioggia o sole.