Quel senso di inquietudine
E poi ti assale quel senso di inquietudine: umore grigio come il cielo di questa giornata d’ottobre e anima umida come nebbiolina leggera. Impotente di fronte a scelte incomprensibili resti tra l’accettare, l’incazzarti, l’andartene o l’attendere. Stanco di parole al vento e di promesse non mantenute per paura od orgoglio. Stanco d’attendere un “proviamoci” al posto di un forse. Stanco di pensare per due, trovandosi di fronte ad un uno. Chiaro il percorso nella mente, chiaro l’obiettivo e le eventuali rinunce, oscuro il capire se quanto credi è recepito da chi non dovrebbe nemmeno chiederti le priorità. Ed una malinconia s’insinua nelle vene… lasciandoti come dopo un pianto senza lacrime
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neve leggera profumo d’inverno nessun rumore
Lezioni di vita…trovate online
Lezione n° 1 Un uomo va sotto la doccia subito dopo la moglie e nello stesso istante suonano al campanello di casa. La donna avvolge un asciugamano attorno al corpo, scende le scale e correndo va ad aprire la porta: è Giovanni, il vicino. Prima che lei possa dire qualcosa lui le dice: “ti do 800 Euro subito in contanti se fai cadere l’asciugamano!” Riflette e in un attimo l’asciugamano cade per terra… Lui la guarda a fondo e le da la somma pattuita. Lei, un po’ sconvolta, ma felice per la piccola fortuna guadagnata in un attimo risale in bagno. Il marito, ancora sotto la doccia le chiede chi fosse alla porta. Lei risponde: “era Giovanni”. Il marito: “perfetto, ti ha restituito gli 800 euro che gli avevo prestato?” Morale n° 1: Se lavorate in team, condividete sempre le informazioni! Lezione n° 2 Al volante della sua macchina, un attempato sacerdote sta riaccompagnando una giovane monaca al convento. Il sacerdote non riesce a togliere lo sguardo dalle sue gambe accavallate. All’improvviso poggia la mano sulla coscia sinistra della monaca. Lei lo guarda e gli dice: “Padre, si ricorda il salmo 129?” Il prete ritira subito la mano e si perde in mille scuse. Poco dopo, approfittando di un cambio di marcia, lascia che la sua mano sfiori la coscia della religiosa che imperterrita ripete: “Padre, si ricorda il salmo 129?” Mortificato, ritira la mano, balbettando una scusa. Arrivati al convento, la monaca scende senza dire una parola. Il prete, preso dal rimorso dell’insano gesto si precipita sulla Bibbia alla ricerca del salmo 129. “Salmo 129: andate avanti, sempre più in alto, troverete la gloria…” Morale n° 2: Al lavoro, siate sempre ben informati! Lezione n° 3 Un rappresentante, un impiegato e un direttore del personale escono dall’ufficio a mezzogiorno e vanno verso un ristorantino quando sopra una panca trovano una vecchia lampada ad olio. La strofinano e appare il genio della lampada. “Generalmente esaudisco tre desideri, ma poiché siete tre, ne avrete uno ciascuno”. L’impiegato spinge gli altri e grida: “tocca a me, a me….Voglio stare su una spiaggia incontaminata delle Bahamas, sempre in vacanza, senza nessun pensiero che potrebbe disturbare la mia quiete”. Detto questo svanisce. Il rappresentante grida: “a me, a me, tocca a me!!!! Voglio gustarmi un cocktail su una spiaggia di Tahiti con la donna dei miei sogni!” E svanisce. Tocca a te, dice il genio, guardando il Direttore del personale. “Voglio che dopo pranzo quei due tornino al lavoro!” Morale n° 3: Lasciate sempre che sia il capo a parlare per primo! Lezione n° 4 In classe la maestra si rivolge a Gianni e gli chiede: ‘Ci sono cinque uccelli appollaiati su un ramo. Se spari a uno degli uccelli, quanti ne rimangono?’ Gianni risponde: “Nessuno, perché con il rumore dello sparo voleranno via tutti”. La maestra: “Beh, la risposta giusta era quattro, ma mi piace come ragioni”. Allora Gianni dice “Posso farle io una domanda adesso?” La maestra: Va bene. “Ci sono tre donne sedute su una panchina che mangiano il gelato. Una lo lecca delicatamente ai lati, la seconda lo ingoia tutto fino al cono, mentre la terza dà piccoli morsi in cima al gelato. Quale delle tre è sposata?” L’insegnante arrossisce e risponde: “Suppongo la seconda… quella che ingoia il gelato fino al cono”. Gianni: “Beh, la risposta corretta era quella che porta la fede, ma… mi piace come ragiona”!!! Morale n° 4: Lasciate che prevalga sempre la ragione. Lezione n° 5 Un giorno, un non vedente era seduto sul gradino di un marciapiede con un cappello ai suoi piedi e un pezzo di cartone con su scritto: “Sono cieco, aiutatemi per favore”. Un pubblicitario che passava di lì si fermò e notò che vi erano solo alcuni centesimi nel cappello. Si chinò e versò della moneta, poi, senza chiedere il permesso al cieco, prese il cartone, lo girò e vi scrisse sopra un’altra frase. Al pomeriggio, il pubblicitario ripassò dal cieco e notò che il suo cappello era pieno di monete e di banconote. Il non vedente riconobbe il passo dell’uomo e gli domandò se era stato lui che aveva scritto sul suo pezzo di cartone e soprattutto che cosa vi avesse annotato. Il pubblicitario rispose: “Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto la tua frase in un altro modo”. Sorrise e se ne andò. Il non vedente non seppe mai che sul suo pezzo di cartone vi era scritto: “Oggi è primavera e io non posso vederla”. Morale n° 5: Cambia la tua strategia quando le cose non vanno molto bene e vedrai che poi andrà meglio. Se un giorno ti verrà rimproverato che il tuo lavoro non è stato fatto con professionalità, rispondi che l’Arca di Noè è stata costruita da dilettanti e il Titanic da professionisti…. Per scoprire il valore di un anno, chiedilo ad uno studente che è stato bocciato all’esame finale. Per scoprire il valore di un mese, chiedilo ad una madre che ha messo al mondo un bambino troppo presto. Per scoprire il valore di una settimana, chiedilo all’editore di una rivista settimanale. Per scoprire il valore di un’ora, chiedilo agli innamorati che stanno aspettando di vedersi. Per scoprire il valore di un minuto, chiedilo a qualcuno che ha appena perso il treno, il bus o l’aereo. Per scoprire il valore di un secondo, chiedilo a qualcuno che è sopravvissuto a un incidente. Per scoprire il valore di un millisecondo, chiedilo ad un atleta che alle Olimpiadi ha vinto la medaglia d’argento. Il tempo non aspetta nessuno. Raccogli ogni momento che ti rimane, perché ha un grande valore. Condividilo con una persona speciale, e diventerà ancora più importante.
E-migranti
Partimmo in una notte nera come la nostra pelle. In 150 su una barcarola che non riusciva a contenerci. Tutti in piedi, ammassati a combattere col freddo, col sale, contro l’acqua, la paura. Il silenzio interrotto dal pianto di qualche bimbo, prontamente soccorso dal seno della madre. Abbiamo investito i risparmi di una vita per una nuova vita. Non ci guardiamo neppure negli occhi. Abbiamo lasciato un passato, il nostro passato, senza conoscere il futuro. Cerchiamo d’affondare le speranze nelle nostre raidici: volti, voci,madri, padri, mogli,mariti, figli…lasciati alle nostre spalle, per non rischiare, ma forse rischiano più di noi che senza saper nuotare affrontiamo il mare. Ci hanno detto che andremo a nord, ma cos’è il nord? La luce di quella stella luminosa? Una convenzione? Una speranza? Un’incognita? Non è amico il mare, s’ingrossa, quacluno vomita dai parapetti ormai marci dal sale. Ora qualcuno urla, qualcuno prega… Son 3 giorni che navighiamo… poca acqua, qualche panino secco… niente servizi… il sole quando si alza, brucia anche la nostra pelle. Non si vede la meta… Ci chiamano migranti, profughi, clandestini… ma siamo solo uomini in cerca qualcosa di meglio, di un futuro. Ci accontenteremo delle briciole che cadranno dalle tavole di chi non avremo il coraggio di guardare in viso. Nessuno ci darà quella dignità che perdemmo ancora prima di partire. Un rumore, una vedetta…. ci scortano, forse non moriremo in questo mare anche se dentro siamo già morti, ci siamo venduti l’anima per un viaggio senza conoscerne la meta. Alzo lo sguardo, anche se non è ancora agosto, vedo la mia stella cadente…
M’aggrappo ancora.
Non sarà mai, bianco o nero: veloce tu sei, nel cambiar parere, umore, sorriso, pianto. La morte lenta è per chi vuol morire, o lasciarsi andare; ancora una volta, oggi come ieri e domani, m’aggrappo alla vita.
Anima – Damiano Fiorella
Anima, anima, anima Anima, anima, anima ci vuole chi ti vuole, ti duole, ci vuole chi ti vuole, ti duole, ci vuole Anima, anima, anima Anima, anima, anima ci vuole chi ti vuole, ti duole, ci vuole chi ti vuole, ti duole, ci vuole lacrima, l’anima, lacrime lacrima, l’anima, lacrime ci vuole chi ti vuole, ti duole, ci vuole chi ti vuole, ti duole, ci vuole lacrima, l’anima, lacrime lacrima, l’anima, lacrime ci vuole più calore, ti duole, ci vuole più calore, ti duole, ci vuole prendimi l’anima, prendila prendimi l’anima, prendila ci vuole più rumore, ci vuole, ci vuole più rumore, ci vuole, ci vuole prendimi l’anima, prendila prendimi l’anima, prendila ci vuole più rumore ci vuole ci vuole più rumore ci vuole ci vuole Più contatto ci vuole più tatto ci vuole più petto ci vuole più rispetto ci vuole contatto ci vuole più tatto ci vuole più petto ci vuole più rispetto Prendi chi ti vuole chi ti duole rendi Prendi chi ti vuole chi ti duole rendi Prendi chi ti vuole chi ti duole rendi Anima, anima, anima Anima, anima, anima ci vuole chi ti vuole, ti duole, ci vuole chi ti vuole, ti duole, ci vuole lacrima, l’anima, lacrime lacrima, l’anima, lacrime ci vuole più calore, ti duole, ci vuole più calore, ti duole, ci vuole prendimi l’anima, prendila prendimi l’anima, prendila ci vuole più rumore ci vuole, ci vuole più rumore ci vuole, ci vuole Più contatto ci vuole più tatto ci vuole più petto ci vuole più rispetto ci vuole contatto ci vuole più tatto ci vuole più petto ci vuole più rispetto ci vuole contatto ci vuole più tatto ci vuole più petto ci vuole più rispetto ci vuole Prendi chi ti vuole chi ti duole rendi Prendi chi ti vuole chi ti duole rendi Prendi chi ti vuole chi ti duole rendi Anima, anima anima Anima, anima, anima ci vuole Anima, anima anima Anima, anima, anima Anima, anima anima Anima, anima, anima Ricordare il dolore bisogna, ricordare l’amore. Questa canzone doveva essere il sottofondo del minisito di Fotografie di Pensieri. La versione e’ un po’ diversa preferivo quella piu’ “soft”, pero’ la trovo molto “vicina” ad alcuni miei pensieri…. Prendi chi ti vuole, chi ti duole rendi… Ricordare il dolore bisogna, ricordare l’amore.
Quando sara’ il momento
Vorrei lasciarti il calco dell’anima con le sue rughe crepe e tromenti. Vorrei lasciarti il rumore della mia voce. Vorrei lasciarti il soffio di una carezza, il calore di uno sguardo, il brivido di un abbraccio. Vorrei lasciarti quello che ero e che sono. Vorrei lasciarti un ricordo impresso nella mente delle onde infrante sugli scogli. Quando per noia, scelta, morte, vita, desiderio o casualita’, sara’ il momento, di prendere strade diverse, mi basterebbe solo lasciarti il sorriso che mi donasti all’inizio del cammino.
Giorno di pioggia
Buio in casa, gli scuri sono tirati. Sale un filo di fumo dalla sigaretta. Luci spente, spenta anche la musica. Solo il rumore dei pensieri a movimentare questo tempo fermo. La poltrona ha ormai preso la mia forma…. il bicchiere con l’alcool e’ ormai appoggiato al pavimento. Solo, non mi resta che pensare. La corazza protegge l’anima dai colpi esterni, ma a volte mi manca una carezza sul cuore…. un calore che poi si espande in tutto il corpo, dandomi la forza di abbozzare un sorriso. Da quanto tempo non sorrido per il gusto di sorridere? Da quanto tempo non scoppio in una risata fragorosa? Il tempo mi vive, il mondo mi vive. A volte mi sento gia’ uno zombee…. non voglio nemmeno camminare….resto fermo.. aspetto. Lotto con fantasmi e tiro i dadi, risultando perdente. Picchietta la pioggia fuori dai vetri, mi bagna l’anima….vorrei non pensare….vorrei non sbaglare…vorrei imporre quello che mi fa paura. Devo semplicemente tornare ad amarmi, per poter amare. O forse sentire ancora quella carezza della sera, sentirmi amato, per amare. Il fumo si perde sul soffitto… come i miei pensieri …..ascolto ancora il loro silenzioso rumore.
Il mare dentro
Come ogni giorno era li, coi suoi capelli bianchi, il suo bastone e la sua valigia di ricordi. Il vecchio era seduto sulla solita panchina di villa Borghese e ascoltava il mare. Si si, lo so che non c’e’ il mare a Roma, ma quel vecchio sapeva sentire il mare dentro di se. Lui, nato nella terra dei trulli, dove il rumore del mare era la colonna sonora della vita, aveva capito come sentire il mare. L’aveva imparato da bambino, nel secolo scorso, quando “per gioco” (o almeno cosi’ pensava) gli avevno scritto quei numeri sul braccio lassu’ in Germania. Cadeva la cenere come fosse neve, ma non riusciva a giocarci. Quanti amici, parenti, semplici conoscenti ha visto partire … senza tornare e sentiva il mare. E poi il ritorno a casa, solo col fratello piu’ piccolo, un’avventura, un’odissea e ancora sentiva il mare… L’arrivo a Roma, l’aiuto di qualche persona “buona”, aveva imparato un mestiere, garzone in fabbrica e in quel frastuono ancora il mare…Si era sposato con “una brava figliola” che gli aveva dato 5 figli, prima di lasciarlo solo… a sentire il mare. Ah quanti ricordi… e quanto mare. Ogni volta che perdeva le forze, le speranze, guardava dentro di se, in profondo e riscopriva il dolce suono delle onde, a volte il mare era anche agitato, si infrangeva sugli scogli dell’anima, ma quel vecchio lo conosceva bene quel suo mare che sapeva calmarlo, anche e soprattutto nei momenti di maggior burrasca. Rimaneva seduto per ore, con lo sguardo rivolto all’infinito, ogni tanto si accarezzava il braccio, la fede che ancora portava all’anulare, la fronte ricca di rughe. Qualche volta sospirava, ad avvicinarlo si potevano scorgere i suoi pensieri. Si fidava quel vecchio, ancora si fidava di chi gli sorrideva…. si e’ fidato anche di me, raccontandomi della sua vita e insegnandomi ad ascoltare la mia anima come conchiglia e a trovare serenita’ nelle mie onde. Il vecchio era seduto sulla solita panchina di villa Borghese anche quel giorno, quel pomeriggio, mi avvicinai e mi saluto’ stringendomi le mani, sorridendo al mio sorriso e ricordandomi di ascoltare il mare; lui, mi disse, sarebbe partito per un lungo viaggio, aveva incontrato qualche giorno prima una bellissima signora di nero vestita e mi disse che quella sera lei l’avrebbe portato al mare.Fu l’ultima volta che lo vidi, ora lo cerco tra le mie onde. Immagine trovata sul sito http://www.stefanoframbi.com
Calma
Vorrei sdraiarmi in un prato, in primavera, per sentire il rumore dell’erba che cresce. Vorrei riposarmi su una spiaggia, d’estate, per sentire la sabbia spostarsi. Vorrei inoltrarmi in un bosco, d’autunno, per sentire il rumore delle foglie che cadono. Vorrei trovarmi sopra un monte, d’inverno, per sentire il rumore della neve che si posa. Vorrei regalare, alla tua anima, questa calma irreale che vive nel mio cuore. 28/09/2005 … in risposta a questo post (il commmento non ci stava) “Lascia”