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Capezzoli irti Tra paura voglia e passione Dono dall’anima

Concorso Internazionale di Poesia e Prosa Giuseppe Longhi 2011

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Il Concorso Internazionale di Poesia e Prosa Giuseppe Longhi 2011, organizzato dall’Amministrazione Comunale di Romano di Lombardia, è un’occasione in cui creatività, fantasia e passione per la letteratura possano esprimersi, incontrarsi e crescere. Il Concorso Internazionale di Poesia, giunto nel 2010 alla settima edizione, si arricchisce quindi quest’anno di importanti novità, quali la strutturazione organica della sezione STUDENTI e l’apertura, per questa categoria, alle produzioni anche in prosa. Confermata invece la disputa in versi per quanto riguarda la sezione SENIOR (over 18) e la produzione in DIALETTO. La figura di Giuseppe Longhi, romanese cui l’agone poetico storicamente è titolato, è un punto di continuità con l’evoluzione del concorso, considerata la professione di maestro elementare per anni praticata prima di dedicarsi a pieno alla vita politica.

Una notte

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Una notte passata a tracciare la mappa dei tuoi nei, a contare i tuoi sospiri; a godere dei tuoi gemiti. Una notte passata ad amare, ad amarci, finché giunse l’ora di separarci: “è così tardi che è quasi presto”.

I moti dell’anima – seconda edizione

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Questo e’ l’attestato di partecipazione al concorso “I MOTI DELL’ANIMA” a cui ho partecipato con 3 poesie: Scrivo per me, Se vuoi essermi amico e Domande dal cuore. Per informazioni sulla serata finale della manifestazione potete leggere qui: positanonews. Io sono stato tra i pochi poeti non presenti e so che e’ stata letta dall’attore “Se vuoi essermi amico”. Il meccanismo della manifestazione prevedeva che ogni autore doveva votare per la composizione che piu’ l’aveva colpito. Gli autori non presenti avevano comunque 1 voto d’ufficio. Io ho ricevuto 3 voti. Non e’ il primo concorso a cui ho partecipato ma e’ il primo che, oltre ai finalisti e ai segnalati, avvisa e rende partecipi anche tutti gli altri. Volevo ringraziare Chao che mi ha segnalato il concorso e l’architetto Maria Rosaria Manzini, curatrice della manifestazione, che mi ha sempre risposto fugando ogni mio dubbio e anzi, ringraziandomi, per le critiche da me esposte. Ora lascio la  “parola” a chi la serata l’ha vissuta. “Serata primaverile a pochi metri dal mare; tra i turisti che girano, alcuni si dirigono nei locali del Museo del Viaggio di Positano. Non sono turisti, ma poeti, richiamati dalla manifestazione “I moti dell’Anima”, un’ iniziativa arrivata alla  seconda edizione, che ha riscosso e confermato un interesse attento e, considerando la posizione e la popolazione del paese, anche piuttosto numeroso. 44 poeti presentano i loro “moti dell’anima”, “foto” dei loro stati d’animo o delle sensazioni suscitate da avvenimenti o pensieri. Qualcuno assente, sicuramente forzato, ma la  presenza era resa quasi tangibile  dalle sue parole affidate alla lettura di un giovane attore della compagnia dei Murattori. Anime di ogni età: ragazzini, adolescenti e signori/e attempati e rappresentanti una buona parte d’Italia e anche un pò di estero, leggono con sentimento quello che hanno messo sui fogli bianchi. Due poesie lette dai poeti presenti ed una recitata dagli attori per coloro che non potevano esserci. Da spettatrice, qualche difficoltà a seguire l’audio di tutte le letture. Sarebbe stato bello avere i testi per non perdere parole che in una poesia non sono mai inutili o superflue. Ogni sei poesie, un piccolo intermezzo musicale, affinchè si potesse riflettere e ordinare nella mente quanto ascoltato. Poesie lunghe come piccoli racconti  e argomenti tra i più vari. Spesso è stato ricordato il paese, forse da coloro che se ne sono allontanati, o la sua vita: il mare, i pescatori, la luna. Molti versi dedicati ai propri cari, altri a persone che hanno lasciato un segno nella storia. La serata scorre tranquilla, nel clima che solo l’amore per la cultura e il sentimento possono creare. Quando tutte le sensazioni sono state espresse, mentre i presenti si rifocillano ad un piccolo buffet, i poeti sono occupati dalla votazione. Ognuno di essi dovrà esprimere tre preferenze; ai non presenti viene assegnato un voto “d’ufficio”, in modo da partire alla pari. Anche ai presenti non poeti sarebbe piaciuto esprimere un giudizio, ma… era giusto che fosse un discorso tra intenditori. Una professoressa romana, prima della premiazione, discorre sugli haiku: li presenta, li spiega, ne legge alcuni. Molti in sala li conoscevano già;  forse solo qualcuno non sapeva cosa fosse questa sintetica forma espessiva giapponese. Premia alcuni haiku dei ragazzi delle scuole che hanno seguito le sue lezioni e, in breve, imparato a comporre queste piccole poesie. I poeti sono attenti; è il momento di leggere i prescelti.  Qualcuno con aria tranquilla si è servito al buffet, ma molti sono rimasti seduti al loro posto, evidentemente compresi nel momento. Terzo posto: Chiara Baistrocchi,  liceale di Napoli, con una poesia ispirata  al mare: “Io e il mare” Secondo posto: Vincenzo Russo, della provincia di Napoli, con un lungo testo in dialetto dedicato a Karol Woitila: “A vuluntà ‘e Dio, Karol ‘na penna e ‘a mana mia”. Vincitrice Giovanna Parlato, ragazza poco più che ventenne di Positano , con “Vorrei..” . Il suo desiderio di vivere intensamente, di vivere bene, di essere e non di adeguarsi, è passato attraverso i desideri espressi in “Vorrei”… E’ passata la  sincerità della speranza e la speranza di chi (ancora?) crede nell’impegno di vivere. Ai tre finalisti un piatto in ceramica; a tutti i partecipanti, assenti compresi, un attestato di partecipazione. La serata per gli spettatori si conclude con la risalita verso casa con qualche bella emozione in più di cui parlare. Per i poeti e gli organizzatori, una cena insieme; persone che non si conoscevano nella maggioranza dei casi, ma che sicuramente avranno saputo di cosa parlare e si  saranno sentiti uniti e affiatati nel condividere la loro comune passione. Per tutti l’appuntamento a tra qualche mese,  in una sera di fine estate, per prendere in mano il frutto tangibile di questa esperienza: il libro che raccoglierà tutte le poesie presentate e qualche breve nota sugli autori. Sarà un altro momento particolare di attenzione allo spirito. I poeti che non hanno potuto leggere le proprie opere ad aprile, potranno farlo in quell’occasione e i “moti dell’anima, le “foto di pensieri”, saranno ancora una volta protagonisti. In conclusione, una serata particolare, prima che il caos del turismo e delle attività estive incalzino; una serata di riflessione, una serata di cultura che non può che far bene a chiunque, compreso Positano e che avrà fatto tirar fuori qualche poesia da qualche cassetto chiuso da tempo. – Chao“

La tua danza

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Vestiti d’orientali veli e balla alla luce d’una candela svelando il tuo corpo e il tuo ardore. Profumami col tuo odore, danzando sul mio petto, lasciandomi addosso la tua rugiada. Baciami con labbra di fuoco e cuore innocente, fino a impedirmi di dire no. Non posso non amarti, mentre, togliendomi il fiato, mi doni quell’ossigeno chiamato passione.

Un viaggio

“Ma chi me lo ha fatto fare?”. Era questo il pensiero ricorrente di Delia guardando fuori dal finestrino mentre il treno correva. Sola, praticamente da sempre, aveva accettato quell’appuntamento al buio. Si certo, con Michele, conosciuto in un sito di incontri, si erano sentiti e visti tramite la web-cam ma… non si erano mai sfiorati ne’ annusati. Si era preparata con cura Delia, come non faceva da anni. Era stata giorni a scegliere come vestirsi, dando importanza anche all’intimo che doveva essere intrigante ma comunque rimanere sobrio. E poi ai vestiti: aveva scartato da subito il tailleur, poi era iniziato il dubbio tra gonna e pantalone, tra camicia e maglioncino. Alla fine aveva optato per una gonna lunga stile gitana e una camicia bianca molto leggera. L’intimo era rigorosamente nero con rasi e pizzi, un po’ per farlo notare dalla camicia, un po’ per dare contrasto con la sua pelle color latte. Per concludere trucco, smalto e estetista. Quante notti passate a pensare a quel momento, quante voglie represse nel letto, docce fredde e carezze ed ora, che quel benedetto treno correva, avrebbe voluto tornare indietro. Troppi dubbi… troppe aspettative… Bramava e temeva il contatto, il primo contatto, se non avesse dato la scossa, quella scossa? Si sentiva maledettamente una ragazzina al primo appuntamento, tesa e timida ma allo stesso tempo vogliosa e eccitata (durante il viaggio più volte si ritrovò a serrare e rilasciare le cosce e a pensare se chiudersi o meno in bagno). Passavano paesaggi e stazioni e i pensieri continuavano ad alternarsi impazziti come in una danza tribale dove tutto e’ caos in un preciso ordine. Con solo 10 minuti di ritardo il treno la lasciò straniera sulla banchina  in una città che ricordava solo da bambina. Si diresse verso l’atrio, l’appuntamento era all’edicola. Incrociò uno sguardo, che sostenne il suo. Si fermò, le si avvicino. Nessuna parola, solo un lungo, interminabile bacio che la stordì facendole cedere le ginocchia. Michele la prese per mano e la condusse alla sua auto. Le chiese semplicemente “Vuoi?” a cui rispose di si con la testa. Michele mise in moto, direzione una camera per condividere un pomeriggio di passione e d’amore, mentre alla radio un giovane Baglioni cantava burlescamente “la paura e la voglia di essere nudi”.

Un raggio di sole…

Primo maggio mattina.. accendo pc… saranno tutti in giro, desolazione andare in giro per blog, forum e affini.Scarico la posta e… SORPRESA!Mi arriva una mail sconosciuta…. un raggio di sole: Da: C….. E……Data: 05/01/09 08:18:19A: BrazirOggetto: Girovagando………..      ….per il web ho trovato le tue poesie.Volevo lasciare un commento ma non ci sono riuscita………come fare per iscrivermi? Un saluto e soprattutto grazie per l’eventuale risposta. Sopresa, "gioia", "eccitazione"… rispondo: Da: BrazirOggetto: Rif: Girovagando………..A: C. E.Data: Venerdì 1 maggio 2009, 09:16 Dove le hai trovate? Sul sito www.brazir.it?Se è sul sito devi registrarti qui http://www.brazir.it/wp-login.php?action=register Posso chiederti come mi hai trovato?Di dove sei?GrazieBrazir Non mi aspettavo altro e invece… Da: C. E.Data: 01/05/2009 11.40.33A: BrazirOggetto: R: Rif: Girovagando………..      ………sono napoletana ed ho trovato le tue poesie facendo una ricerca con "google"ne ho letto alcune e le trovo molto belle e profonde! grazie per la risposta immediata………appena possibile mi registrerò: basta andare al link che mi hai mandato,scegliere un nik e registrarsi? Grazie e scusa il disturbo,ma non sono molto pratica ………..grazie e, se riesco a registrarmi,mi farò viva attraverso i commenti! E mi viene da pensare che allora non è tutto "vano".. che ancora ho qualche speranza.. che ogni tanto per la mia "passione" qualche raggio di sole arriva…Sorrido.A volte bastano piccole "scemenze" per cambiare una giornata ed essere felice.

Treno in corsa

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Corre questo treno, corre veloce nella notte. Ci son salito neonato e non mi son mai fermato. Tutto il mondo passa dai finestrini, lo vedo, lo sfioro, ma non lo sento!. Ah, come vorrei a volte tirare il freno d’emergenza e aprire le porte, fermarmi, lasciarlo andare al suo destino, al MIO destino. Corre questo treno, carico di persone che come me si incontrano, si conoscono, si amano, si ignorano, si “vivono”. Ho messo un cartello al mio petto: “FERMI TUTTI, VOGLIO SCENDERE”, ma la gente leggendolo ride, pensa ad un gioco, ad uno scherzo. “Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine …Muore lentamente chi evita una passione…Lentamente muore chi non capovolge il tavolo…Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo” (P. Neruda) E come faccio a non morire su questo treno che conduce alla morte? Non ho spazio, non ho “aria”. Eppure “sto bene” tutto e’ tranquillo, tutto e’ “normale”. Forse non son normale io, a cercare sempre di piu’, a voler vedere oltre, a lanciarmi e trattenermi… E un’altra stazione si avvicina, un altro traguardo, un’altra tacca segnata alla vita. Penso, mi domando, mi interrogo e mi sento sempre piu’ vuoto nella mia pienezza e pieno nella mia carenza. Sorrido, continuo a sorridere, non si notano “crepe” anche se l’intonaco ogni tanto cede. Sorrido, continuo a sorridere per chi e a chi mi sta accanto. Non posso e non voglio cedere. Giro il mio cartello, lo metto alle spalle e non sul petto, non lo vedo piu’ ma so che resta ed e’ parte di me.

compassione e comprensione

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Compassione: moto dell’animo che porta a soffrire dei mali altrui come se fossero propri Comprensione: capacita’ di considerare con animo tollerante i sentimenti altrui Parole simili, parole a volte abusate. NON MI PIACCIONO, specialmente in un rapporto che si definisce di AMICIZIA, e sottolinea amicizia e non “conoscenza reciproca”.   Tra amici non bisogna avere compassione dell’altro perche’ a primo acchito compassione diventa un termine negativo, a meno che DAVVERO si sia talemnte amici da SENTIRE i mali (ma anche le gioie) altrui come propri e allora diventa CON PATHOS, PATIRE CON…. e vediamo come semplicemente girando le parole come ci sembra di significato diverso…   Tra amici non si dovrebbe nemmeno Comprendere…. si dovrbbe gia’ sapere! Un amico considera di fatto con animo tollerante i sentimenti altrui. Ma se un comportamento o un modo di fare/pensare non mi sta bene…. dovrei stare zitto? Quando un amico fa una critica la fa costruttiva o almeno questa dovrebbe essere l’intenzione….poi il seme puo’ marcire, fare radici sulla sabbia o sulla terra fertile e portare l’amico ad avere almeno una riflessione… una idea di mettersi in discussione, a volte pero’ il seme torna indietro perche’ si scontra con un muro di gomma che lo fa rimbalzare.   Ecco ancora una volta spiegato perche’ per me la parola AMICO vuol dire qualcosa… e nella mia mente bacata ho addirittura una specie di classificazione delle “persone”: indifferenti conoscenti amici e… Amici.   Dove sta la differenza? in quella A maiuscola quella A che si avvicina e molto alla A di Amore…quella sottile differenza che permette di far si che tu sia disposto ad avere COMPASSIONE del tuo Amico o meglio ancora dell’uomo o della donna che ti sono davanti e che magari, di colpo si spogliano l’anima e te la fanno vedere e tu ti ritrovi pronto a “rischiare” qualcosa pur di non perdere quell’anima, ti ritrovi pronto a spogliarti anche tu…col rischio di non avere difese e affondare un colpo mortale all’altro, o riceverne uno.   In tutta onesta’ devo dire che non sono poi molte le persone da cui e per cui sarei disposto di dare o ricevere un colpo mortale.

Pensieri strani

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Passione, attrazione, infatuamento, sesso, amore… Sfacettature di una stessa medaglia? Colori differenti dello stesso ologramma? L’amore: Cuore, Stomaco e cervello? A volte penso di essere strano… a volte per me amore e’ Cervello, Stomaco, Cuore… a volte lo Stomaco puo’ anche mancare. Quando e’ vero AMORE? quando e’ solo attrazione o innamoramento? Amare, ci sono milioni di modi di amare…. i genitori, i figli, gli amici…c’e’ chi per amore ha dato la vita, c’e’ l’amore per il compagno o la compagna, per lo sposo o la sposa, l’amore per  la vita, l’amore per la musica, per l’arte, l’amore per gli animali, per la lettura…. Forse semplicemente abusiamo della parola Amore? Pero’, parlando di amore torno spesso a pensare che, per me, spesso tutto deve partire dalla "testa"…. le farfalle a volte "non si sentono"… il cuore si, si gofia, accelera ma non basta. Mi sto quasi convincendo che, almeno per me, molto spesso parte dalla "testa". Ho fatto "l’amore" senza avere soddisfazione perche’ non mi son sentito anche "unito nei pensieri" ma solo nel corpo… e magari ho avuto "reazioni" solo trovandomi "in sintonia" perfetta con chi mi era vicino. No, non sono mai arrivato al culmine, ma son convinto che, concedetemi la battuta, dalle parole (anche non parole "d’amore) si fosse passati ai fatti in quei momenti, sarebbe stata una unione perfetta.   Pensieri strani, pensieri mattutini di un giorno che non ha ancora decsiso se regalare pioggia o sole.