Io + Te = Noi
Io + Te = Noi. Quante volte abbiamo visto questa “equazione” , magari sul muro delle nostre città. Solo stanotte mi sono messo a pensare a quanto sia falsa..o incorretta questa “formula” e che molto dipende dal Io e dal Te in questione. Io + Te = Noi significa uguaglianza, parità, due entità che ne diventano una terza, diversa e distinta dalle due che la compongono. Ma non è così… Spesso è un Io + Te = Io e te, anche Io + Te = Io o, peggio ancora, Io + Te = IO, o ancora Io + Te = Te o TE… Quante volte in un rapporto di coppia (che sia amore o sia amicizia o anche solo conoscenza – ma in questo caso ha senso parlare di un “noi”?) prevalgono gli interessi personali, si prevarica l’altro o ci si fa prevaricare dall’altro? Magari per non rovinare tutto, magari perché pensiamo che l’altro/a ci voglia bene o ci ama? Purtroppo viviamo un un’epoca “usa e getta”, dove l’ “Io” imperversa e allora siamo disposti a dire addio con poche parole o nessuna, con frasi di circostanza, con uno “scusa ma” (forse nemmeno sentito); siamo disposti a rinnegare promesse o comunquea parole dette; siamo disposti a fare diventare dei “per sempre” semplicemente dei “fino a quando dico io” o “fino a quando mi dà comodo”; siamo disposti a lasciare moglie, mariti, figli, amici… perché “lo faccio per me”. Certo quando la situazione è malata ben venga, ma spesso quell’”Io + Te = Noi” non è altro che un Io = Noi dove tutto va bene finché “Io” sto bene e poi….grazie e arrivederci. E invece si dovrebbe affrontare i problemi assieme, discutere, anche arrabbiarsi, litigare; si dovrebbe chiedere aiuto all’altro/a; ci si dovrebbe fidare e non “scappare”, facendo (forse) restare tutto solo nei ricordi sbiaditi di una fotografia…. Click.
“Il saltotto del martedì” di Barbara Nipoti
Grazie a Barbara Nipoti e alla sua rubrica “il salotto del martedì” (qui il suo canale) mi sono lasciato un po’ andare parlando di me e del mio ultimo perido… https://youtu.be/89jROXrpTWI
Se potessi scrivere una recensione
Si sa, coi se e coi ma la storia non si fa… Però con i SE Sara Magnoli ha fatto una trilogia: Se un cadavere chiede di te Se il freddo fa rumore Se è così che si muore Tre storie, tre gialli, 4 cadaveri, una protagonista (e mezzo). Una scrittura che nel primo libro è molto “solista” per diventare, nel terzo romanzo, “corale”, non è più solo la voce della protagonista Lorenza Maj (giornalista) a parlare ma, man mano, anche quella del vicequestore Luciano Mauri oltre a quella delle vittime e dei vari co-protagonisti dei romanzi stessi. Personaggi che entrano nell’anima, perché caratterizzati nel loro essere, con le loro vite, i loro sentimenti e le loro paure, i loro amori i loro pensieri. Vite che si rincorrono, incrociano, si allontanano e si riavvicinano mentre sullo sfondo storie di drammi familiari (se un cadavere chiede di te), violenza psicologica sulle donne (se il silenzio fa rumore) e tratta di esseri umani (se è così che si muore) portano il lettore ad andare oltre la storia, a porsi delle domande che non sono solo “chi è l’assassino”. Forse un uomo non sarebbe stato capace di dipingere così bene i pensieri delle donne (o forse sì) ma sicuramente Sara Magnoli ci è riuscita, dando anche uno spessore psicologico ai suoi libri, accarezzando drammi che sono nel nostro quotidiano ma a cui spesso non vogliamo pensare.Drammi ” della porta accanto” per i quali, almeno in questi libri (ma anche in Dark Web – romanzo per ragazzi sul sexthing), la porta rimane aperta, permettendoci di guardare dentro.
5na
E così, dalla sera alla mattina, ti ritrovi in quarantena, o meglio nel mio caso, in cinquena… Il 9 marzo scorso sono venuto a contatto (sono stato nello stesso ambiente) con una persona che da 2 giorni è in ospedale risultando positiva. Positivo… Che strana parola… Consideriamo sempre l’accezione migliore del termine ma questa volta, scusate il gioco di parole, non c’è nulla di positivo in questo “verdetto”. Eppure qualcosa di positivo, come già detto precedentemente, voglio trovarlo in questa situazione (tralasciando le paure che aumentano ad ogni colpo di tosse o respiro lungo, o pensando a chi ti è vicino)….Potrei ritirare fuori la chitarra o finire quel libro, o vedere quella serie TV che avevo abbandonato, o dare una mano a quel gruppo online, o semplicemente dormire e riposare…. Ma quanto è difficile se la tua testa “gira” senza darti retta… No, io voglio sorridere e pensare a questi 5 giorni, con ancora maggiori restrizioni, come ad un’opportunità per progettare il disegno di ciò che sarò nel momento in cui potrò (potremo) riapririre la porta di casa e dell’anima.