Io + Te = Noi
Io + Te = Noi. Quante volte abbiamo visto questa “equazione” , magari sul muro delle nostre città. Solo stanotte mi sono messo a pensare a quanto sia falsa..o incorretta questa “formula” e che molto dipende dal Io e dal Te in questione. Io + Te = Noi significa uguaglianza, parità, due entità che ne diventano una terza, diversa e distinta dalle due che la compongono. Ma non è così… Spesso è un Io + Te = Io e te, anche Io + Te = Io o, peggio ancora, Io + Te = IO, o ancora Io + Te = Te o TE… Quante volte in un rapporto di coppia (che sia amore o sia amicizia o anche solo conoscenza – ma in questo caso ha senso parlare di un “noi”?) prevalgono gli interessi personali, si prevarica l’altro o ci si fa prevaricare dall’altro? Magari per non rovinare tutto, magari perché pensiamo che l’altro/a ci voglia bene o ci ama? Purtroppo viviamo un un’epoca “usa e getta”, dove l’ “Io” imperversa e allora siamo disposti a dire addio con poche parole o nessuna, con frasi di circostanza, con uno “scusa ma” (forse nemmeno sentito); siamo disposti a rinnegare promesse o comunquea parole dette; siamo disposti a fare diventare dei “per sempre” semplicemente dei “fino a quando dico io” o “fino a quando mi dà comodo”; siamo disposti a lasciare moglie, mariti, figli, amici… perché “lo faccio per me”. Certo quando la situazione è malata ben venga, ma spesso quell’”Io + Te = Noi” non è altro che un Io = Noi dove tutto va bene finché “Io” sto bene e poi….grazie e arrivederci. E invece si dovrebbe affrontare i problemi assieme, discutere, anche arrabbiarsi, litigare; si dovrebbe chiedere aiuto all’altro/a; ci si dovrebbe fidare e non “scappare”, facendo (forse) restare tutto solo nei ricordi sbiaditi di una fotografia…. Click.
Haiku 11/11/2023
al tuo fianco camminiamo insiemefino alla meta
23 Maggio
anime esplosetrent’anni come giornimemoria eterna
Haiku 09/05/2022
copiando Kanji libero i pensieri nani attive
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muto consenso gambe divaricate grembo fecondo
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brevi parole stillicidio di anime nessun futuro
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pianti e sorrisi unendosi al tramonto vite divise
Ed è passato…
…un altro compleanno… Tra auguri “falsi” e auguri “veri”… tra auguri che ti hanno commosso e altri che ti han fatto ridere, tra auguri arrivati inaspettato e quelli che proprio non sono arrivati… tra quelli freddi e quelli caldi.. anche se magari solo “scritti”.. Ma in fondo è giusto così… inutile fantasticare, aspettare, sperare…ognuno di noi ha seminato… ma non è solo dalla semina che dipende il buon raccolto, molto dipende anche dalla terra e dai fattori atmosferici… Così…in giorni come questi scopri chi ti è realmente “vicino”… chi sa come e quando farti gli auguri e chi è… 41 anni che “sbaglia”…o quasi … E poi che c’è da fare gli Auguri? Uno INVECCHIA e gli si dice pure AUGURI… in poche parole gli si AUGURA DI INVECCHIARE!!! E alla fine? Che rimane di tutto questo discorso? rubati attimi osservando il tramonto nel genetliaco
├├├
farfalle in volo susseguirsi di incroci vita effimera
░░░░
neve in estate eloquente silenzio strade divise
[….]
Passi distanti rimembrando sorrisi orme sulla sabbia
Ultima cena
Pane spezzato Mistero dubbio o farsa Mio credere
ͺ¬ͺ
Vola la mosca fastidioso ronzare sonno interrotto
)Stallo(
Vivo schiacciato tra due parentesi: una ormai chiusa, l’altra mai aperta.
[¿]
Gelo e sole Risveglio della città Greche di luce
Disquisizione semiseria sugli Haiku
Gli Haiku Wikipedia L’haiku è un componimento poetico nato in Giappone, composto da tre versi per complessive diciassette sillabe. Cascina Macondo 1) HAIKU – definizione di Cascina Macondo L’ Haiku è un componimento poetico rigorosamente composto di tre versi rispettivamente di 5 – 7 – 5 sillabe. Deve contenere il Kigo (un riferimento alla stagione) o il Piccolo Kigo (un riferimento ad una parte del giorno) 2) SENRYŪ – definizione di Cascina Macondo Il Senryū è un componimento poetico rigorosamente composto di tre versi rispettivamente di 5 – 7 – 5 sillabe che non contiene il Kigo, né il Piccolo Kigo. 3) HAIKAI – definizione di Cascina Macondo L’ Haikai è un componimento poetico rigorosamente composto di tre versi rispettivamente di 5 –7 –5 sillabe con connotazione decisamente umoristica, comica, demenziale. Può o no contenere il Kigo o il Piccolo Kigo. Non bisogna confonderlo con l’haiku pervaso dallo stato d’animo Karumi (la delicatezza, la leggerezza, l’innocenza, il piccolo sorriso, la piccola ironia, il piccolo umorismo, la visione leggera, fanciullesca, libera dal peso della cultura e della tecnica). Nell’haikai la connotazione umoristica è decisamente marcata. Isoladellapoesia.com L’haiku è un componimento poetico la cui struttura tradizionale è formata solo da tre versi, rispettivamente di 5-7-5 sillabe, per un totale dunque di 17 sillabe. Si tratta di una delle forme più importanti, e probabilmente più conosciute all’estero, di poesia tradizionale. Creato in Giappone nel secolo XVII, l’haiku ha come soggetto scene rapide ed intense che rappresentano, in genere, la natura e le emozioni che esse lasciano nell’animo dell’haijin (il poeta) Filosofipercaso.it Nella letteratura giapponese, gli haiku rappresentano una parte molto importante nella cultura nipponica. Il compito di base e’ di testimoniare la verità, tornando ad un linguaggio puro semplice e istintivo. L’energia vitale si svela alla mente priva di schemi e pregiudizi . Nella loro semplicità esprimono l’esigenza dell’uomo di essere tutt’uno con la natura. La poesia haiku, và sempre interpretata come testimonianza di una visione , la propria visione. E si potrebbe continuare a riportarne altre definizioni, ma non mi sembra il caso. Iniziamo con lo stabilire dei punti fermi: L’haiku nasce in Giappone nel XVII secolo ed e’ un componimento di 17 sillabe diviso su 3 strove di 5 – 7 – 5 sillabe. L’haiku classico, al suo interno prevede l’inserimento del Kigo o del piccolo Kigo (riferimento esplicito o implicito alle stagioni o alle parti del giorno). L’haiku “rappresenta quello che accade mentre accade”. Inutile affermare che questo tipo di poesia nasce e si sviluppa all’interno di una cultura Buddista Zen: la semplicita’, la ricerca, quel desiderio di spingere lo sguardo oltre alle semplici parole sono le caratteristiche degli haiku.. E’ quindi una poesia facile? No, assolutamente. Proprio per quanto detto poc’anzi: la semplicita’ e’ solo nella “forma”, mentre il contenuto porta ad esplorare l’animo umano mettendolo a confronto con quello che lo circonda. Uno studioso zen di haiku una volta ha affermato “Davanti allo stupore e al silenzio anche 17 sillabe possono essere troppe”: e’ proprio questo il senso dell’haiku, parole come pennellate, segni leggeri ed essenziali, nulla lasciato al caso, ma al contempo nulla di superfluo. E’ con questo intento che mi sono accostato a questo genere di poesia, che mi e’ stata fatta conoscere da un “amico di web”. Probabilmente, volendo essere precisi, i miei componimenti spaziano dall’haiku al senriu o, se si preferisce, si potrebbero definire haiku moderni (essendo che alcuni non parlano del legame Natura/Uomo); nonostante cio’ lo spirito che mi porta a scrivere questi haiku e’ quello descritto in precedenza. Come accennato prima l’haiku ha anche una “cultura moderna” o, a mio avviso, occidentalizzata, se posso considerare haiku anche componimenti che non abbiano il kigo o il piccolo kigo, mi riesce difficile accettare come haiku componimenti che dalla regola 5/7/5 sono passati alla regola “quanto/mi/serve”. Certo puo’ capitare (e vi sono studi che supportano questa teoria) che si tolga o si aggiunga qualche sillaba per mantenere il senso della poesia, ma restano eccezioni, non un sistematico infrangere delle “regole”. Come ultima considerazione poi, vorrei ricordare che gli haiku sono insegnati anche nelle scuole (p.e. Usa e Marocco) ed e’ proprio dai componimenti dei bambini che spesso riusciamo a ritrovare (soprattutto in occidente) quella semplicita’ che deve caratterizzare l’haiku, facendo in modo di ribaltare le nostre convinzioni fino a considerare “maestri” chi e’ si’ privo di cultura ma anche di quelle “architetture ideologiche” che portano l’uomo istruito a non riuscire a spingere lo sguardo oltre a quello che risulta apparente. Curiosita’ Un personaggio dei romanzo It di Stephen King, da ragazzino, scrive su una cartolina un haiku per conquistare la ragazzina di cui è innamorato, il cui testo è: Brace d’Inverno I capelli tuoi Dove il mio cuore brucia Anche Ian Fleming si cimenta in un Haiku (nella concezione moderna) infatti il libro “Si vive solo 2 volte” fa proprio riferimento ad un Haiku che Bond compone su invito del Tigre: ”Si vive solo due volte una volta quando si nasce e una volta quando si guarda/la morte in faccia” Contro decalogo per scrivere gli Haiku (http://oradistelle.altervista.org) 1. L’haiku NON è una sentenza, un giudizio o un commento con scopi didattici o morali, né tantomeno è un qualunque pensiero frazionato in tre versi. 2. L’haiku NON è un quadretto pittoresco da incorniciare con belle parole… 3. … e NEPPURE la generalizzazione di una situazione; l’attenzione, infatti, va focalizzata su un evento, un luogo o un momento particolare, poiché catturare la natura delle cose è l’essenza dello haiku. 4. NON è una summa filosofica, ma deve comunque avere una sua profondità. Un buon haiku non è piatto, ma pluridimensionale. 5. Lo haiku NON è una dimostrazione di artifici retorici, né un gioco. 6. L’haiku NON deve per forza trattare del primo oggetto che ci compare sotto gli occhi (per quanto bello o brutto esso sia) o della prima idea che ci viene in mente. L’haiku dovrebbe esser frutto della riflessione (ossia: l’ispirazione deve
Invito Ufficiale
Ecco finalmente l’invito ufficiale stampato dal comune di Milano per la presentazione in Biblioteca di Haiku.
Haiku fotografico
da una foto di francy62… (Spero non mi richieda i diritti ihihihih) neve sul fiore solo un imprevisto della natura
Haiku II
fredda stellata osserva in silenzio uomini persi
Haiku
umida nebbia riporta alla mente tristi pensieri
Attesa
Una sala vuota, ventotto quadri, un tavolo, libri e volantini. Un’ora, tra un’ora si inaugura la mostra e la presentazione di un libro, il mio libro Haiku. Preoccupato? Forse più ansioso e in attesa. Attesa di capire cosa accadrà. Poi c’è il mescolare pittura e poesia, unire l’arte, per quanto “piccola”, almeno nel mio caso essa possa essere, ad altra arte. Solo, attendo. Tra poco non potrò nascondermi. Voglio vivere il momento, attimo per attimo, poi accada quel che accada.