All’infinito.
Uno sguardo, labbra sfiorate: anime unite in un attimo che resta per sempre
Un articolo della Ginzburg del 1988
Un argomento ancora attuale: Il crocefisso nelle scuole (e negli uffici pubblici). Trovo particolarmente interessante queste argomentazioni a cui penso che ogni mio commento sia superfluo: “Dicono che il crocifisso deve essere tolto dalle aule della scuola. Il nostro è uno stato laico che non ha diritto di imporre che nelle aule ci sia il crocifisso. La signora Maria Vittoria Montagnana, insegnante a Cuneo, aveva tolto il crocefisso dalle pareti della sua classe. Le autorità scolastiche le hanno imposto di riappenderlo. Ora si sta battendo per poterlo togliere di nuovo, e perché lo tolgano da tutte le classi nel nostro Paese. Per quanto riguarda la sua propria classe, ha pienamente ragione. Però a me dispiace che il crocefisso scompaia per sempre da tutte le classi. Mi sembra una perdita. Tutte o quasi tutte le persone che conosco dicono che va tolto. Altre dicono che è una cosa di nessuna importanza. I problemi sono tanti e drammatici, nella scuola e altrove, e questo è un problema da nulla. E’ vero. Pure, a me dispiace che il crocefisso scompaia. Se fossi un insegnante, vorrei che nella mia classe non venisse toccato. Ogni imposizione delle autorità è orrenda, per quanto riguarda il crocefisso sulle pareti. Non può essere obbligatorio appenderlo. Però secondo me non può nemmeno essere obbligatorio toglierlo. Un insegnante deve poterlo appendere, se lo vuole, e toglierlo se non vuole. Dovrebbe essere una libera scelta. Sarebbe giusto anche consigliarsi con i bambini. Se uno solo dei bambini lo volesse, dargli ascolto e ubbidire. A un bambino che desidera un crocefisso appeso al muro, nella sua classe, bisogna ubbidire. Il crocifisso in classe non può essere altro che l’espressione di un desiderio. I desideri, quando sono innocenti, vanno rispettati. L’ora di religione è una prepotenza politica. E’ una lezione. Vi si spendono delle parole. La scuola è di tutti, cattolici e non cattolici. Perchè vi si deve insegnare la religione cattolica? Ma il crocifisso non insegna nulla. Tace. L’ora di religione genera una discriminazione fra cattolici e non cattolici, fra quelli che restano nella classe in quell’ora e quelli che si alzano e se ne vanno. Ma il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. E’ l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino allora assente. La rivoluzione cristiana ha cambiato il mondo. Vogliamo forse negare che ha cambiato il mondo? Sono quasi duemila anni che diciamo “prima di Cristo” e “dopo Cristo”. O vogliamo forse smettere di dire così? Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. E’ muto e silenzioso. C’è stato sempre. Per i cattolici, è un simbolo religioso. Per altri, può essere niente, una parte dei muro. E infine per qualcuno, per una minoranza minima, o magari per un solo bambino, può essere qualcosa dì particolare, che suscita pensieri contrastanti. I diritti delle minoranze vanno rispettati. Dicono che da un crocifisso appeso al muro, in classe, possono sentirsi offesi gli scolari ebrei. Perché mai dovrebbero sentirsene offesi gli ebrei? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato, e non è forse morto nel martirio, come è accaduto a milioni di ebrei nei lager? Il crocifisso è il segno del dolore umano. La corona di spine, i chiodi, evocano le sue sofferenze. La croce che pensiamo alta in cima al monte, è il segno della solitudine nella morte. Non conosco altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro umano destino. Il crocifisso fa parte della storia del mondo. Per i cattolici, Gesù Cristo è il figlio di Dio. Per i non cattolici, può essere semplicemente l’immagine di uno che è stato venduto, tradito, martoriato ed è morto sulla croce per amore di Dio e dei prossimo. Chi è ateo, cancella l’idea di Dio ma conserva l’idea dei prossimo. Si dirà che molti sono stati venduti, traditi e martoriati per la propria fede, per il prossimo, per le generazioni future, e di loro sui muri delle scuole non c’è immagine. E’ vero, ma il crocifisso li rappresenta tutti. Come mai li rappresenta tutti? Perché prima di Cristo nessuno aveva mai detto che gli uomini sono uguali e fratelli tutti, ricchi e poveri, credenti e non credenti, ebrei e non ebrei e neri e bianchi, e nessuno prima di lui aveva detto che nel centro della nostra esistenza dobbiamo situare la solidarietà fra gli uomini. E di esser venduti, traditi e martoriati e ammazzati per la propria fede, nella vita può succedere a tutti. A me sembra un bene che i ragazzi, i bambini, lo sappiano fin dai banchi della scuola. Gesù Cristo ha portato la croce. A tutti noi è accaduto o accade di portare sulle spalle il peso di una grande sventura. A questa sventura diamo il nome di croce, anche se non siamo cattolici, perché troppo forte e da troppi secoli è impressa l’idea della croce nel nostro pensiero. Tutti, cattolici e laici portiamo o porteremo il peso, di una sventura, versando sangue e lacrime e cercando di non crollare. Questo dice il crocifisso. Lo dice a tutti, mica solo ai cattolici. Alcune parole di Cristo, le pensiamo sempre, e possiamo essere laici, atei o quello che si vuole, ma fluttuano sempre nel nostro pensiero ugualmente. Ha detto “ama il prossimo come te stesso”. Erano parole già scritte nell’Antico Testamento, ma sono divenute il fondamento della rivoluzione cristiana. Sono la chiave di tutto. Sono il contrario di tutte le guerre. Il contrario degli aerei che gettano le bombe sulla gente indifesa. Il contrario degli stupri e dell’indifferenza che tanto spesso circonda le donne violentate nelle strade. Si parla tanto di pace, ma che cosa dire, a proposito della pace, oltre a queste semplici parole? Sono l’esatto contrario del modo in cui oggi siamo e viviamo. Ci pensiamo sempre, trovando esattamente difficile amare noi stessi e amare il prossimo più difficile ancora, o anzi forse completamente impossibile, e tuttavia sentendo che là è la chiave di tutto. Il crocifisso queste parole non le evoca, perché siamo abituati a veder
Q.P.G.A.
Esce oggi 27 Novembra Q.P.G.A, doppio cd di Baglioni che “riprende” la sua opera del 1972 ampliandola. Forse non tutti sanno che nelle intenzioni dell’artista gia’ allora l’album doveva essere doppio (circa 30 Canzoni), ma vista la giovane eta’ del cantautore e la non ancora grande fama, la casa discografica RCA decise di ridurre i pezzi e fare uscire l’album in un disco solo. A distanza di 37 anni e con un progetto che ha compreso un libro e un film (oltre che una serie di concerti) Baglioni da alla luce questa “opera pop” di 52 pezzi (alcuni corti) riprendendo quei 30 pezzi iniziali e aggiungendone di nuovi. Sebbene alcuni brani gia’ li conosciamo dall’album Questo Piccolo Grande Amore e altri come singoli usciti in quest’anno( Buon Viaggio della Vita, Niente piu’, Lungo il viaggio – conosciuta come “in viaggio”), tutti i pezzi suonano “nuovi”. Baglioni infatti li ha completamente riarrangiati donando loro a volte nuove sonorita’, pur mantenendo le melodie che conosciamo, melodie pero’ che si susseguono, si rincorrono, si riprendono e vengono vestite di nuove parole… A tutto questo dobbiamo aggiugnere che 70 artisti hanno dato una “pennellata” in questo lavoro di Baglioni, chi con una frase o una parola, ma tutti ben riconoscibili. Insomma un nuovo lavoro che parte da lontano e che ancora ci porta a spasso per una la Roma vecchia di piazza del popolo e che lungo il Tevere ci fa arrivare a Porta Portese, alla stazione Termini, a Fiumicino fino ad arrivare infine a quel Faro e a quella maglietta fina…. per “una storia d’amore che non dura ina vita, ma la cambia per sempre”. CLAUDIO BAGLIONI“Q.P.G.A.” tracklist con ospiti CD 1. 1 OUVERTURE (con Andrea Bocelli) 2. LUNGO IL VIAGGIO (con Enrico Ruggeri, Eugenio Finardi, Francesco Renga) 3. PIAZZA DEL POPOLO (con Alex Britti chitarra) 4. UNA FACCIA PULITA (con Irene Grandi) 5. l’incontro (con Riccardo Cocciante) 6. NUVOLE E SOGNI (con Simone Cristicchi, Michele Zarrillo) 7. DUE UNIVERSI (con Gigi D’Alessio, Anna Tatangelo) 8. SE GUARDI SU (con Baraonna, Pino Daniele chitarra) 9. CENTOCELLE (con Danilo Rea piano) 10. SVELTO O LENTO (con Elio e le Storie Tese) 11. BUON COMPLEANNO (con Renzo Arbore, Morgan) 12. l’appuntamento (con Giorgia) 13. BATTIBECCO (con Paola Cortellesi) 14. CON TUTTO L’AMORE CHE POSSO (con Laura Pausini, Stefano Di Battista sax) 15. LUNGOTEVERE (con Rita Marcotulli piano) 16. JUKE-BOX (con Mario Biondi) 17. CHE BEGLI AMICI (con Pooh) 18. TORTADINONNA O GONNACORTA (con Neri Per Caso, Fabrizio Frizzi, Loredana Bertè, Ivana Spagna) 19. L’ULTIMO SOGNO (con PFM) 20. MIA LIBERTÀ (con Lucio Fabbri violino, Ron, Luca Barbarossa, Amedeo Minghi) 21. COSA NON SI FA (con Roy Paci tromba, Nek chitarra) 22. FIUMICINO (con Giovanni Allevi piano) 23. il riparo (con Antonello Venditti) 24. LA PAURA E LA VOGLIA (con Giovanni Baglioni chitarra) 25. LA PRIMA VOLTA (con Claudia Gerini) 26. UN SOLO MONDO (con Alessandra Amoroso) CD 2 1. PRELUDIO 2. QUEL GIORNO (con Joseph Calleja) 3. IO TI PRENDO COME MIA SPOSA (con Angelo Branduardi violino, Mango, Laura Valente) 4. l’arcobaleno (con Mina) 5. NOI SULLA CITTÀ (con Giusy Ferreri) 6. STAZIONE TERMINI (con Edoardo Bennato armonica) 7. ANCORA NO (con Giuliano Sangiorgi) 8. BUON VIAGGIO DELLA VITA (con Annalisa Minetti) 9. SISSIGNORE (con Gegè Telesforo, Enzo Jannacci) 10. MIA NOSTALGIA (con Fiorella Mannoia, Walter Savelli piano) 11. il rimpianto (con Ivano Fossati) 12. COME SEI TU (con Dolcenera) 13. PENSIONE STELLA (con Paolo Fresu tromba) 14. QUESTO PICCOLO GRANDE AMORE (con Ennio Morricone piano) 15. AL MERCATO (con Neri Marcorè) 16. PORTA PORTESE (con Fiorello) 17. FIORE DE SALE (con Ornella Vanoni, Luis Bacalov piano) 18. QUANTO TI VOGLIO (con Noemi, Gianluca Grignani) 19. CON TUTTO IL MIO CUORE (con Jovanotti, Fabrizio Bosso tromba) 20. il ricordo (con Gianni Morandi) 21. UN PO’ D’AIUTO 22. VIA DI RIPETTA (con Stefano Bollani piano) 23. UNA STORIA FINITA (con Alice) 24. SEMBRA IL PRIMO GIORNO (con Franco Battiato) 25. SUITE 26. NIENTE PIÙ
Per sempre figlio
Crescerai, avrai la tua strada, la tua vita: primi pensieri quando ti portai al mio seno Ho seguito i tuoi passi con trepidante attesa: i primi barcollanti, poi man mano più decisi, poi quelli sui gradini della scuola, dei tuoi primi battiti al cuore…. quelli del tuo incedere: diventasti uomo, marito, padre… diventerai nonno eppure, per me resterai sempre figlio, da seguire, con lo sguardo, sognante e attento, di madre.